Rieti, mille emozioni per i 60 anni del Guidobaldi, dai riconoscimenti a Giovannelli e Morsani al record sfiorato di Re

I campioni dell'Alco con Giovannelli e Morsani (foto Riccardo Fabi/Meloccaro)
RIETI - Emozioni tra passato presente e futuro  per i 60 anni dello Stadio Guidobaldi. Tante i personaggi dell’atletica italiana presenti per festeggiare lo storico...

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RIETI - Emozioni tra passato presente e futuro  per i 60 anni dello Stadio Guidobaldi. Tante i personaggi dell’atletica italiana presenti per festeggiare lo storico impianto reatino. Un  compleanno che ha rievocato l’inaugurazione in bianco e nero del 23 luglio 1960. Alzabandiera e premi al patron di Rietimeeting Sandro Giovannelli e a Bernardino Morsani. Due che non hanno bisogno di presentazioni, tanto grande è stato l’impegno per promuovere l’atletica a tutti i livelli; presenti al Guidobaldi che gli atleti dell’Alco che nel 1976 vinsero una storica Coppa Europa nominati uno a uno da un Sandro Giovannelli emozionantissimo. «Siamo qui per una cerimonia importante perché 60 anni fa demmo inizio a una storia qui al campo scuola - ha raccontato Sandro Giovannelli, che ha portato in giro per il mondo il nome di Rieti grazie al Meeting, al momento del premio ricevuto dal sindaco Antonio Cicchetti -  La storia è proseguita con vari successi, quello più grande è stato quello del meeting durato 45 anni che purtroppo si è dovuto fermare. Un bravo a Re splendido protagonista nei 500, è stato esemplare. Ad maiora...». Presente il presidente della Fidal, Alfio Giomi. La cerimonia è stata presentata da Roberto Guidobaldi, figlio di Raul, a cui è intitolato l'impianto.


In pista tutti gli occhi erano puntati sui 500 metri di Davide Re a cui non è riuscito il tentativo di superare dopo trentasei anni la migliore prestazione italiana (1:00.08) dell’indimenticabile mezzofondista Donato Sabia, scomparso nello scorso aprile. Il primatista azzurro dei quattrocento metri non fa meglio di 1:00.30, sulla pista che ospita i suoi allenamenti, a Rieti. È stata la giornata anche di Roberta Bruni al rientro agonistico nella “sua” pedana, che ha coinciso con la misura di 4,30, prima di commettere tre errori a 4,40. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero