Poggio Mirteto, una serata dedicata ad Astor Piazzolla con l'organizzazione di Eliana Montanari

Eliana Montanari
RIETI - Astor Piazzolla arriva in Sabina. Il genio ribelle, attraverso lo sguardo di Eliana Montanari, il 14 luglio alle 18,30 a Poggio Mirteto. ...

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RIETI - Astor Piazzolla arriva in Sabina. Il genio ribelle, attraverso lo sguardo di Eliana Montanari, il 14 luglio alle 18,30 a Poggio Mirteto.


Il genio, la rabbia, il dolore, la fame, il successo e un mondo che si piega sedotto sotto le note del suo bandoneon, questo strumento che geme, soffre, piange e non conosce un attimo di pace. Piazzolla ha cambiato l’orizzonte mondiale, ha riscritto la storia della musica e del tango. Una furia che ha spaccato argini per obbedire allo sconfinato che aveva dentro e condurre tutti noi dentro un universo musicale, dove ogni sentimento non è più angusto, ma trova spazio e espressione, vive e suona tutta la sua potenza emotiva. Per questo il mondo lo ha acclamato, perché il suo è un “per aspera ad Astra,” in cui l’animo umano si rispecchia e spera. E sarà Eliana Montanari, autrice, insegnante, fondatrice nel 1990 del primo Centro del Tango Argentino in Italia, insieme ad Alì Namazi, che collabora con lei all’evento,  a raccontare questo gigante della musica e della cultura mondiale. L’evento si terrà a Poggio Mirteto, presso la Biblioteca Comunale “Peppino Impastato”, sotto la spinta dell’associazione Amici del Museo, la regia e la scrittura sono di Eliana Montanari, che dopo aver operato in contesti nazionali e internazionali, si è detta felice di restituire alla terra dove oggi vive, le parole, i suoni e i passi di tango che custodiscono la figura di Astor Piazzolla. Queste le parole dell’autrice: “Astor Piazzolla appartiene a tutti. Lo compresi molti anni fa, a Parigi, quando vidi il film”tango El exil de Gardel” un bellissimo racconto della vita di esuli argentini a Parigi con la colonna sonora di Piazzolla. Ho conosciuto infiniti autori, ma il suono di quel bandoneon, quella mescolanza di impeto, passione, nostalgia, struggimento, che aveva fatto irruzione nella mia vita per me è rimasto ineguagliabile. I suoi genitori sono figli di emigranti italiani, lui è una figura che ha cambiato la storia della musica e del tango, oggi patrimonio dell’umanità secondo l’Unesco. È una gioia per me portare questa figura in Sabina, in una terra fertile di idee e spazi di ascolto.” E quale momento migliore se non in questo luglio, dove la vita cerca di riprendere la sua gioia, la sua passione, dopo la durezza del momento che si è abbattuto su tutta la nostra realtà? E chi se non Astor può fare suonare le lacrime versate e stirarle col suo bandoneon in un grido di vita?
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Il Messaggero