RIETI - «Esattamente un anno fa, il 29 giugno 2019, nel corso di un convegno sulla sanità organizzato da Nome, veniva presentata, alla presenza di dirigenza Asl e...
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«Emerge un drenaggio di tasse da Rieti verso Roma superiore a 6/7 milioni di euro l'anno. In altre parole: soldi dei reatini a finanziare la sanità romana. Con la provincia di Rieti che oggi risulta 100ma su 107 province per mobilità sanitaria verso altre Regioni (per tacere la mobilità verso la capitale)».
«Fatta questa premessa, ci riferiamo al comunicato stampa dell'Ordine degli avvocati di Rieti, che evidenzia come 171 su 199 incarichi legali siano stati affidati dalla Asl di Rieti a studi legali al di fuori del nostro territorio, fatto conferma ed aggrava quelle valutazioni».
«Va a braccetto con tanti altri piccoli fatti, quasi insignificanti, come l'affidamento del trasporto di tamponi Covid da Rieti a Roma per un importo di oltre 10.000 euro al mese (un viaggio al giorno) alla Croce Rosa, azienda capitolina, come riferito nella delibera Asl 553 del 29 giugno 2020».
«Tanti pezzi di un puzzle molto più ampio, oltre la sanità, che trova sintesi nella recente classificazione, da parte dell’Istat, del Lazio come regione "più diseguale" d'Italia in termini di distribuzione del reddito, su cui Nome aveva già acceso i riflettori con un appello rivolto ai Parlamentari del territorio. È tempo di porre seriamente il tema del senso della appartenenza di Rieti alla Regione Lazio, mungitrice delle poche risorse (mal amministrate) della nostra piccola realtà».
«Nella prossima amministrazione in cui opereremo - conclude la nota di Nome Officina Politica - i soggetti che faranno riferimento a Nome saranno chiamati a proporre una seria riflessione, anche attraverso referendum popolare che è urgente rendere attuabile, sul senso di questa appartenenza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero