Rieti, asili nido: bozza d’intesa su arretrati Il servizio dovrebbe partire, restano i nodi

Un asilo nido (archivio)
RIETI - Asili nido, c’è una bozza di intesa tra Comune e società di gestione per il pagamento delle fatture arretrate che la Esperia reclama. Il piano di...

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RIETI - Asili nido, c’è una bozza di intesa tra Comune e società di gestione per il pagamento delle fatture arretrate che la Esperia reclama. Il piano di rientro copre per adesso il solo 2017, ma dovrebbe bastare a garantire la continuità del servizio, e quindi stipendi pagati alle operatrici anche a luglio e regolare ripresa delle attività dei nidi (foto d’archivio) a settembre. A trattare le condizioni dell’intesa sono stati, martedì, l’amministratore di Esperia Domenico Crea e la dirigente dei Servizi sociali Claudia Giammarchi. Questo è quanto trapela ufficiosamente dal Comune, a margine dall’incontro di ieri mattina tra l’assessore Giovanna Palomba e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil Fp De Sisto, Antonacci, Rosati e Feliciangeli.


LA SPIEGAZIONE
Nella dichiarazione che invia la Palomba non si fa cenno all’intesa. L’assessore si limita a parlare di «positive previsioni riguardo il futuro, stante la reciproca volontà a risolvere in maniera costruttiva le criticità emerse». Ma il nodo si dovrebbe sciogliere nel prossimo incontro convocato per lunedì. Silenzio da parte sindacale: quello che conta è aver incassato l’impegno politico dell’assessore a garantire la continuità del servizio. E una volta superati i problemi con la Esperia bisognerà rasserenare il clima sugli asili comunali, per scongiurare la fuga delle famiglie verso altre strutture. Il contesto è difficile: le chilometriche liste d’attesa per entrare al nido comunale sono solo un lontano ricordo.


«Sta succedendo quello che avevamo previsto - dice il consigliere leghista Andrea Sebastiani - l’esternalizzazione del Ciancarelli, ora praticamente in concorrenza con il Sabin, rimasto comunale, la proliferazione di micro-nidi privati hanno indebolito gli asili comunali, senza risolvere i problemi finanziari dell’ente. Degli asili sono rimaste le spese, ma non più la gestione, e questo per effetto di una precisa scelta politica che fece la giunta Petrangeli e che noi contestammo. Non c’era scritto da nessuna parte che bisognava esternalizzare gli asili: il piano di rientro prevedeva il taglio delle spese, ma dove tagliare lo scelse il centrosinistra. E questi sono gli effetti: servizi depotenziati e il comune comunque in affanno, non riuscendo a far fronte neanche a impegni contrattualizzati come quello degli asili o delle rette delle case di riposo o addirittura dei rimborsi alle librerie per l’acquisto dei libri delle elementari». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero