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RIETI - «Li chiamano solleciti bonari, ma sono a tutti gli effetti inviti a pagare. E molte volte per bollette già versate. Inutile cavarsela coi sofismi, la realtà è che Aps ha spedito ai cittadini migliaia di bollette pazze. Acqua pubblica sabina gioca la carta della fake news, ma sa benissimo che il suo è un soltanto tentativo di arrampicarsi sugli specchi cosparsi di grasso. È inutile gettare fumo negli occhi cercando di indicare la strada al sindacato. La Uil la conosce benissimo, non a caso da tempo chiediamo al presidente Turina un confronto con tutte le organizzazioni confederali, confronto sempre negato. Non a caso i cittadini e le cittadine si stanno rivolgendo alla nostra associazione che tutela i consumatori, l’Adoc, per avere assistenza contro queste bollette pazze. Oggi paternalisticamente Aps vorrebbe insegnarci cosa significa fare sindacato, come tutelare i lavoratori: è chiaro che ha sbagliato indirizzo». Così Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana, replica alle dichiarazioni di Aps.
«Aps - dice Paolucci - invece di scambiare fischi per fiaschi dovrebbe indicare con precisione quanti sono gli avvisi che ha spedito e che non hanno ragione di esistere perché già pagati. Sempre la società dovrebbe chiarire i motivi per cui ancora non è stata in grado di organizzare un servizio di lettura puntuale dei contatori per evitare problemi come quelli di questi giorni. I vertici di Aps dovrebbero chiarire tutto questo, non concentrarsi su banali differenze lessicali come gli avvisi bonari, che poi sono solleciti di pagamento, spesso non dovuti e per questo, lo ribadiamo, bollette pazze».
Il Messaggero