Rieti, la mostra su Cola dell'Amatrice arriva ad Ascoli Piceno

Cola dell'Amatrice
RIETI - Domani, sabato 17 marzo, alle 17, ad Ascoli Piceno, presso Palazzo dei Capitani in Piazza del Popolo sarà inaugurata la mostra “Cola dell’Amatrice. Da...

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RIETI - Domani, sabato 17 marzo, alle 17, ad Ascoli Piceno, presso Palazzo dei Capitani in Piazza del Popolo sarà inaugurata la mostra “Cola dell’Amatrice. Da Pinturicchio a Raffaello” che resterà aperta fino al 15 luglio 2018.


L'iniziativa segue la recente presentazione del libro monografico avvenuta sabato 10 marzo sempre ad Ascoli della monografia dedicata a Cola dell’Amatrice scritta dallo studioso abruzzese Luca Pezzuto, docente presso l’Università dell’Aquila. Entrambi gli eventi dimostrano il crescente interesse per il grande pittore rinascimentale amatriciano che operò in tutto il Centro Italia: dall’Abbazia di Farfa lungo la Salaria, ai passaggi tra Roma e gli Appennini, a l’Aquila, Perugia, Siena, Urbino lasciando ovunque opere di impareggiabile valore artistico. Niccolò Filotesio lasciò Amatrice, dove era nato presso Filetta il 9 settembre del 1480 o forse dell'89 per Ascoli il 9 settembre del 1508, dopo avervi acquistato la sua seconda casa, si impegnava con i sindaci della chiesa di San Bartolomeo alle Piagge a terminare il polittico raffigurante la Madonna con Bambino e santi già iniziato da Paolo di Gerolamo Brochi da Imola e rimasto incompiuto per diverso tempoIn mostra sessanta opere di Cola di cui ben dieci sono state sottoposte a indagini diagnostiche e sei sono state restaurate. Ai capolavori di Cola sono affiancati quelli del Perugino, Signorelli, Filippino Lippi, del Sodoma e di Raffaello Sanzio provenienti dai più importanti musei italiani. L’esposizione è ricca di importanti documenti, alcuni inediti, che rivelano o confermano il ruolo svolto dall’artista amatriciano nel periodo d’oro dell’arte italiana.


Fra le opere in esposizione, spicca il prezioso reliquiario della Filetta realizzato dall’orafo ascolano Pietro Vannini per la omonima chiesa di Amatrice, che reca incastonato al suo interno un prezioso cammeo romano miracolosamente rinvenuto dalla pastorella Chiarina Valente che vi vide inciso l’immagine della Madonna. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero