Rieti, lo scultore reatino Felice Rufini dona un'opera al paese delle Marche colpito dall'alluvione di un anno fa

Sassoferrato a settembre 2022
RIETI - Sassoferrato è stata un delle città colpite dall’alluvione abbattutasi sulle Marche il 16 settembre del 2022. A poco meno di un anno dalla tragedia...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

RIETI - Sassoferrato è stata un delle città colpite dall’alluvione abbattutasi sulle Marche il 16 settembre del 2022. A poco meno di un anno dalla tragedia dell’alluvione nella città in provincia di Ancona è stata posizionata nei pressi della passerella pedonale, distrutta dalla furia delle acque, a fianco al Ponte di Santa Maria, rivolta verso la confluenza del torrente Sanguerone, l’opera scultorea “Visita Inaspettata” dell’artista Felice Rufini, quale imperituro simbolo di speranza e rinascita dedicato alla comunità locale.

La donazione. La scultura, collocata in uno dei luoghi simbolo della tragedia che ha colpito il territorio nello scorso autunno, è stata donata gratuitamente al Comune di Sassoferrato dallo scultore reatino con l’intento di omaggiare la forza dimostrata dalla popolazione locale nel risollevarsi dalla sciagura subita, nonché l’indomito spirito combattivo che caratterizza la comunità marchigiana. “Tutto è avvenuto casualmente” spiega Felice Rufini, noto in città quale fondatore del ristorante “La Piazzetta”, mentre da decenni ha continuato ad affinare le sue notevoli doti di scultore acquisendo notorietà fuori da Rieti, grazie a numerose esposizioni che hanno riscosso molto successo, tanto da allenate un po' le redini della gestione del figlio per dedicarsi sempre di più all’arte. “Anni fa a Foligno - spiega Rufini - conobbi a un concerto il sassofonista Federico Montelci, del quale poi sono diventato amico: è stato a spingermi a proporre le mie opere fuori da Rieti, a fare le prime esposizioni e s farmi conoscere in Italia. Poi, di recente, tramite un amico di Rieti che ha forti rapporti di parentela a Sassoferrato, ho potuto verificare la drammaticità e i grandi sforzi affrontati dalla città per rialzarsi, conoscendo anche un uomo scampato miracolosamente alla morte. Da lì l’ispirazione per l’opera, l’idea della donazione, i contatti con le autorità locali e, alla fine la grande soddisfazione reciproca per me e per la comunità di Sassoferrato”.

L’opera. La dottoressa Giulia Bonafede, esperta d’arte reatina, descrive l’opera donata da Felice Rufini al Comune di Sassoferrato: “Il soggetto rappresenta la figura di un Papa benedicente, riconoscibile dalla mitra alla sommità del capo e dalla croce, posta all’altezza del petto, unici due elementi subito riconoscibili nell’opera di natura astratta. Il soggetto assume una posizione differente in base al punto di vista dell’osservatore: se visto frontalmente il Papa appare in posizione eretta; se vista da dietro la figura sembra assisa in trono, in atteggiamento solenne. La lavorazione della materia è ambivalente presentando parti lasciate volutamente grezze, che fissano la brutalità dell’esistenza e la potenza devastatrice dell’acqua, e superfici più levigate segnate da solchi che scalfiscono la materia, alludendo ai graffi della vita che imprimono i segni del dolore e della disperazione. Tutto questo sembra nascondere un ulteriore messaggio di denuncia verso l’incertezza spirituale che investe il nostro secolo: nel tentativo di trovare un senso nel caos del mondo, l’artista interpreta l’alluvione come manifestazione distruttiva della precarietà spirituale e la figura sacrale come invocazione del Salvatore, a cui si lega il tema della speranza e della rinascita”.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero