RIETI - Anche i ragazzi della Sabina City Basket sono tornati in campo per i loro primi allenamenti post lockdown. Lo hanno fatto sul campo all’aperto dell’Asd...
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Linee guida e regole
Per ora, viste le linee guida da seguire scrupolosamente si allenano i fondamentali e la parte atletica, praticamente a livello individuale, mantenendo distanze e spazi assegnati. Non si fanno partite e niente contatti ma si torna comunque a giocare, a muoversi e a sudare dopo quasi tre mesi.
«Finalmente siamo tornati in campo – spiega Massimiliano Salustri che insieme alla presidente Elena Caporali, coach Dario Contini, Cimini e Lucantoni tengono viva l’attività di una realtà che conta oltre cento iscritti in Sabina - ci sono da rispettare linee guida molto stringenti che per il momento ci permetteranno di fare in campo solo determinate cose. In particolare non potremo svolgere tutta la parte agonistica ovvero le progressioni dagli 1 contro 1 fino alla classica partita. Questo per il rispetto delle distanze di sicurezza sperando al più presto di poter tornare a giocare la parte più bella del nostro sport. I ragazzi lo sanno e sono disciplinati, ci sono le regole e vanno rispettate. Chi gioca a basket lo sa bene».
Gli allenamenti e il campo
Il ritorno in campo è stato emozionante e tutto è andato bene nella prima giornata quella della riapertura dell’attività dove si sono alternati gli Aquilotti, gli under 12 e gli under 16. Poi toccherà agli altri gruppi. Allenamenti il lunedì, il mercoledì e il venerdì in base agli orari che vengono forniti ai vari gruppi. Questo fino alla prima settimana di luglio. Da lì in poi partirà la prima edizione del paradiso basketball camp con giochi sport e tante altre attività anche per i più piccolini.
«Tutto questo è possibile - dice Massimiliano Salustri - grazie alla bella collaborazione con l’Asd Paradiso che è stata sensibile e si è dimostrata davvero un’associazione amica dei ragazzi e dello sport, mettendosi a disposizione per tutto ciò ci sarebbe potuto servire e non posso che ringraziare, dal momento che senza di loro, quello che stiamo facendo non sarebbe stato altrimenti possibile». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero