Passo Corese, coronavirus: didattica a distanza, il sistema "Aldo Moro" è ok

Istituto Aldo Moro
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RIETI - Coronavirus. Seicento alunni, 150 docenti, social, videolezioni e tanta voglia di continuare a insegnare: il sistema Aldo Moro. Da un giorno all'altro il mondo della scuola si è dovuto faticosamente reinventare per non fermare l'attività didattica. Mentre il futuro è ancora incerto entriamo nel presente della realtà virtuale di uno degli istituti più frequentati della provincia. «All'improvviso tutto è stato spazzato via da una nuova e improbabile sigla: Dad, la didattica a distanza iniziano a raccontare i docenti dell' Moro di Passo Corese, che riunisce al suo interno Agraria, Commerciale e Tecnico industriale - abbiamo cercato di ristabilire le comunicazioni, facendo ricorso alle vie brevi: telefonate, chat di Whatsapp, addirittura Facebook e Instagram per raggiungere anche gli studenti più irraggiungibili. Abbiamo attivato una ricognizione iniziale sulle tecnologie e gli strumenti a disposizione dei soggetti che sarebbero stati coinvolti. Il materiale è stato condiviso attraverso il registro elettronico. La Suite di Google, già in uso da tempo nel nostro istituto, è stata scelta per le attività aggiuntive attraverso l'uso degli applicativi integrati tra di loro: Gmail, Drive, Moduli, Classroom, Meet, Documenti, Presentazioni, Calendar, Fogli».

Si è lavorato, tramite l'istituzione di uno sportello dedicato, per non escludere nessuno e mettendo a punto una valutazione scolastica tesa a far sentire al centro del percorso educativo e a valorizzare lo studente. «E' stato possibile fronteggiare le esigenze delle famiglie grazie ai fondi per l'emergenza messi a disposizione dal Miur e dalla Fondazione Varrone di Rieti, acquistando notebook e tablets, e mettendo così in condizione di partecipare alla Dad più di 50 studenti sprovvisti di strumenti digitali spiegano gli insegnanti - Nella costruzione dei percorsi didattici si è tenuto conto del diverso carico cognitivo della scuola in casa e dell'impegno domestico individuale, privilegiando le videolezioni per mantenere un contatto diretto e il confronto attivo con gli studenti. Speciale attenzione è stata data agli studenti con particolari bisogni educativi i cui percorsi sono stati adattati alla nuova condizione, grazie anche a una costante comunicazione con docenti ed educatori e alla collaborazione delle famiglie». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero