RIETI - La denuncia per lesioni personali aggravate nei confronti di due ventenni - responsabili dell’aggressione di un pescatore al lago di Paterno - non ha chiuso...
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Le testimonianze
Anche ieri i militari civitesi, coordinati dal capitano Marco Mascolo, hanno ascoltato pescatori e persone che, in qualche modo, hanno assistito all’episodio, acquisendo sommarie informazioni testimoniali mirate all’esatta ricostruzione fattuale dell’aggressione ma, soprattutto, volte a determinare il grado di responsabilità e concorsuale dei giovani coinvolti, i rispettivi ruoli avuti nel pestaggio del pescatore o l’attribuzione di modalità personali o solidali nella sequenza del brutale accanimento contro il 48enne. Le escussioni dei testimoni hanno permesso di risalire dunque a una terza persona, un reatino, un giovane residente nel capoluogo sabino il cui apporto o supporto sarebbe comunque marginale nella vicenda. Nei suoi confronti, al momento, non sono stati presi provvedimenti né è scattata la denuncia. Tuttavia l’attività investigativa dei carabinieri è tutt’altro che conclusa e in attesa, nei prossimi giorni, di una definitiva conclusione che possa fornire ulteriori certezze rispetto a quanto finora appurato. Una vicenda che ha scosso e creato malumore nella piccola e tranquilla comunità di Paterno, dove qualcuno tra i turisti ha lasciato il lago e molti si interrogano sui nomi e i volti degli aggressori che, a quanto pare, non sono noti in zona. I due denunciati A.P, romeno di 23 anni, e il 22enne V.A. - residenti nella provincia di Roma - frequentavano saltuariamente il lago di Paterno e non disponevano di una seconda casa nella zona. A scatenare il diverbio, poi degenerato, un appunto che il pescatore avrebbe rivolto ai due ragazzi mentre erano a pesca a bordo di un natante, secondo una pratica di pesca notturna non consentita. Da qui spintoni, pugni e l’utilizzo di un corpo contundente per colpire Torelli, che ha riportato un trauma cranico e delle fratture ossee in particolare allo zigomo e alla mandibola, con ripercussioni all’apparato vestibolare, nonché ferite lacero-contuse.
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Il Messaggero