Ares 118 a Rieti, sette gli indagati otto le registrazioni da trascrivere

Ares 118 a Rieti, sette gli indagati otto le registrazioni da trascrivere
RIETI - Sette le persone attualmente iscritte nel registro degli indagati, la sezione della scientifica dei carabinieri impegnata giorno e notte e un consulente di parte...

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RIETI - Sette le persone attualmente iscritte nel registro degli indagati, la sezione della scientifica dei carabinieri impegnata giorno e notte e un consulente di parte incaricato di effettuare le verifiche a livello informatico. Non solo scatoloni di documenti, faldoni e decine di cartelle. Ma soprattutto otto bobine, contenenti registrazioni tutte da ascoltare e trascrivere, poi da passare attentamente al setaccio, valutando e misurando ogni parola, passaggio, riferimento, contesto ambientale. Il materiale probabilmente più interessante e «delicato» in possesso dei carabinieri del comando provinciale. Materiale acquisito direttamente dal sindacalista della Cgil che ha presentato la denuncia ai carabinieri di Roma e che hanno passato il testimone ai colleghi reatini.


Registrazioni che, a sua volta, il sindacalista ha avuto dall'imprenditore coinvolto nella vicenda degli appalti del servizio di soccorso ed emergenza sanitaria in provincia. Le bobine non fanno quindi parte della montagna documentale, nel vero senso della parola, che i militari dell'Arma di Rieti hanno nei giorni scorsi acquisito presso la sede dell'Ares 118, presso villa Fiordeponti, sulla Salaria. Ma dal combinato disposto di cartelle, dei contratti e degli atti con le registrazioni emergerebbe un quadro che gli stessi inquirenti definiscono «interessante da valutare, per capire il fondamento della notitia criminis».

GLI INTERROGATORI

Ma oltre all'esame combinato del materiale documentale e di quello audio, i carabinieri del comando provinciale di Rieti hanno anche iniziato una serie di interrogatori presso la caserma di via Giulio de Juliis. In primis, l'impreditore reatino del settore soccorso sanitario, poi diversi impiegati e dipendenti dell'Ares 118 di Rieti. Il quadro che al momento emerge presenta molte sfumature. Un puzzle che deve essere ancora ricomposto in tutti le sue pedine. Il materiale probatorio già definito, solo una piccola parte rispetto a tutto quello acquisto, è stato intanto già portato all'attenzione del procuratore capo della Repubblica di Rieti, Giuseppe Saieva che ha iniziato a valutarne la sua rilevanza penale.

IL CONSULENTE INFORMATICO

In questa fase delle indagini, comunque, il lavoro più interessate, difficile e probante è quello che sta portando avanti la sezione scientifica dell'Arma, incaricata di trascrivere tutte le registrazioni contenute nella chiavetta Usb in mano agli inquirenti. Trascrizione e allo stesso tempo verifica dell'autenticità delle registrazioni portate come elementi di accusa.

LA DIFESA


«Si tratterà poi di verificare il contenuto delle registrazioni - spiega l'avvocato Pietro Carotti che assiste cinque dei sette iscritti nel registro degli indagati - e capire la loro eventuale rilevanza penale. Al momento ci troviamo ancora in una fase embrionale dell'indagine, molto complessa anche per la moltitudine di materiale da soppesare. Inutile fare supposizioni o avventurarci in ipotesi accusatorie. Il materiale deve essere trascritto, verificata la sua autenticità e poi la sua eventuale rilevanza penale. Ora, i miei assistiti sono solo stati iscritti nel registro degli indagati, atto dovuto per poter effettuare le notifiche». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero