Ristoratore picchiato e rapinato, caccia senza quartiere ai tre banditi

Ristoratore picchiato e rapinato, caccia senza quartiere ai tre banditi
RIETI - Sono riusciti a portare via una quantità minima di denaro e nient’altro, solo perché Sandro D’Emidio, il ristoratore di Frasso Sabino...

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RIETI - Sono riusciti a portare via una quantità minima di denaro e nient’altro, solo perché Sandro D’Emidio, il ristoratore di Frasso Sabino rapinato e malmenato, ha opposto resistenza fino alla fine. Per non cedere alle minacce dei tre malviventi che gli hanno teso un agguato nella serata di giovedì per derubarlo di tutti i suoi averi, l’uomo ha combattuto con tutte le sue forze, fino a quando non è riuscito a scappare e a chiedere aiuto.

Questo è il quadro che, a 48 ore di distanza dal cruento episodio accaduto nel piccolo comune sabino, si sta delineando. Le indagini, condotte dai carabinieri del comando provinciale di Rieti, stanno proseguendo senza sosta per tentare di capire cosa sia precisamente accaduto e risalire agli autori di una rapina efferatissima, di cui nel paese non si era mai avuta memoria. 

L'identità. Gli inquirenti sono alla ricerca di elementi sulla banda che ha architettato il colpo, anche analizzando gli archivi delle rapine messe a segno in altri territori al fine di individuare eventuali analogie e, soprattutto, scoprire la provenienza dei rapinatori. Ad oggi si sa che erano in tre, tutti con il volto coperto da un passamontagna e tutti armati di pistola, una della quale utilizzata per colpire in viso e ripetutamente l’imprenditore. Soltanto uno, però, ha parlato per tutta la durata dell’agguato. Intimava all’uomo, minacciandolo, di consegnargli soldi e gioielli, mentre i complici lo picchiavano senza sosta.

Per sapere quale lingua parlasse e che origini avesse il rapinatore saranno indispensabile la testimonianza che fornirà il ristoratore non appena le sue condizioni di salute lo permetteranno. Le percosse subite hanno, infatti, reso necessario il ricovero presso l’ospedale de’ Lellis di Rieti. Nonostante tutte le piste siano ancora aperte e percorribili per i militari, l’ipotesi di un atto intimidatorio sembra aver perso subito forza, lasciando spazio a quella della rapina a mano armata. Giustificata dal fatto che i tre hanno atteso il ritorno a casa dell’uomo, alle 22.30, dopo la chiusura del suo ristorante La Nuova Siesta di via Mirtense, per andare a colpo sicuro e farsi consegnare direttamente dal proprietario contanti e preziosi. 

La strenua resistenza. Un piano fatto saltare dall’istinto di difesa di D’Emidio. Al quale da ieri compaesani, amici, conoscenti e clienti stanno facendo arrivare centinaia di messaggi di vicinanza e solidarietà. «Spero che ti rimetta presto – scrive su Facebook un amico e cliente della Nuova Siesta – Ti vogliamo tra i tavoli con la gentilezza che ti contraddistingue: veloce come una freccia, lavoratore infaticabile, come tutti i membri della tua famiglia». Nel paese le modalità della rapina e l’aggressione ai danni del ristoratore hanno generato preoccupazione e inquietudine, mettendo in crisi l’idea e l’immagine di un luogo tranquillo lontano dai pericoli più frequenti nelle grandi città.

 

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Il Messaggero