Parcheggi a pagamento ex Saba, senza disco orario è una gestione caos

Parcheggi a pagamento ex Saba, senza disco orario è una gestione caos
RIETI - Gli stalli sono in stallo. Bisticcio di parole che fotografa però bene la situazione che si sta vivendo a Rieti in relazione ai parcheggi blu di superficie...

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RIETI - Gli stalli sono in stallo. Bisticcio di parole che fotografa però bene la situazione che si sta vivendo a Rieti in relazione ai parcheggi blu di superficie che, dal 31 marzo scorso, data della scadenza della convezione del Comune di Rieti con Saba Italia, non sono più a pagamento (tranne quelli del parcheggio coperto di piazza Mazzini e Oberdan e del Borgo, che scadranno nel 2028), ma neanche oggetto di una nuova regolamentazione, come a esempio il disco orario. Uno scenario che, giornalmente, ne favorisce quindi l’assalto all’arma bianca da parte di chiunque riesca ad impadronirsene anche per intere ore consecutive e senza favorire alcun ricambio, a danno di cittadini e commercianti. 

Le anomalie. A denunciarlo è Carlo Ubertini, consigliere comunale del Psi ed ex assessore alla Viabilità della giunta Petrangeli: «Già a partire da quest’estate ho registrato numerosi malcontenti sia da parte dei residenti che dei commercianti, soprattutto del centro storico e dell’area del tribunale, perché da quando i parcheggi di superficie sono stati nuovamente assegnati al Comune, è scattato il caos nella loro gestione – racconta Ubertini - Un’anarchia gestionale a causa della quale i residenti non trovano più parcheggio, mentre anche i commercianti non possono più avvalersi della rotazione degli stalli. Sarebbe stato invece molto più ragionevole mantenerne la gratuità e introdurre il disco orario, svincolando però da quest’ultimo i residenti. Nell’area del tribunale accade persino che, una volta parcheggiato, molti vadano ancora in cerca del parcometro, perché non sono stati neanche rimossi i cartelli con le tariffe orarie. E mi risulta anche che non esista alcun atto formale, da parte del Comune, che sancisca il cambiamento di regime dal pagamento alla gratuità. C’è questo limbo di indeterminatezza, che non si comprende se si tratti di una scelta dell’amministrazione o di un atto di inerzia amministrativa, ma che finisce tuttavia per creare problemi a commercianti e residenti».

Il problema. Il secondo aspetto dell’anarchia nella quale sono scivolati i parcheggi a pagamento riguarda poi i soldi versati dai cittadini per l’abbonamento annuale, cifre che la Saba ha rigirato in blocco al Comune affinché quest’ultimo ristorasse i cittadini che non possono più godere dell’abbonamento: «Il 5 giugno 2020, la Saba ha prodotto al Comune un bonifico di 42 mila 611 euro e 25 centesimi, corrispondente alla somma delle quote di abbonamento pagate dai cittadini da marzo a dicembre e che, essendo scaduta la convenzione il 31 marzo, non hanno più ragion d’essere – conclude Ubertini - Questi soldi che il Comune ha avuto da Saba sono stati restituiti ai residenti che hanno pagato l’abbonamento e che hanno il totale diritto di vedersi restituite queste cifre? Dovrebbe essere una restituzione automatica, perché si tratta di soldi privati pagati dai cittadini ad una società per un servizio che si è interrotto».

 

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Il Messaggero