Cala la produzione di olio. Quest'anno si arriverà a pagare anche 3 euro in più per un litro

Cala la produzione di olio. Quest'anno si arriverà a pagare anche 3 euro in più per un litro
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RIETI - Dodici mesi da cancellare per il comparto agricolo reatino. Se per i vini della Sabina sarà l’anno zero dal quale ripartire, considerato che la vendemmia, complice un clima troppo umido, praticamente non si farà e la gran parte delle produzioni vitivinicole sono di fatto azzerate, non è che per l’olio andrà molto meglio. Il prodotto principe della Sabina, l’extravergine d’oliva dop, secondo le previsioni degli esperti del settore, vedrà una considerevole contrazione delle produzioni. Ma il raccolto, comunque, ci sarà. 

Le testimonianze. Carlo Antellini, agronomo e presidente dell’Associazione laziale agricoltura biologica e biodinamica, con sede a Torri in Sabina, spiega cosa dobbiamo aspettarci. «Riguardo l’olio – dice Antellini - ci sarà generalmente una minore produzione per via di una impollinazione difficile avvenuta in primavera, il periodo dove i pollini fecondano. Le piogge e l’umidità, purtroppo, hanno appesantito il polline che, umido o bagnato, non riusciva a volare per cui si avrà una minore produzione. L’umidità di questo periodo, unita alle temperature altre, potrebbero inoltre generare anche un altro problema, quello della mosca olearia, nemico numero uno dell’oliva. Bisognerà fare attenzione e monitorare perché a rimetterci, in questo caso, sarebbe anche la qualità. Speriamo che ciò non avvenga, anche perché malgrado la minore produzione, noto che in alcune zone, comunque, le piante sono cariche di olive. Sarebbe davvero un peccato per le aziende e i produttori sabini, soprattutto i piccoli, perché dopo il dramma vissuto con le vigne, replicare pure con l’olio in una stagione molto difficile per l’agricoltura, sarebbe una mazzata difficile da reggere». 

I timori. Sulla stessa linea di valutazioni anche Gabriele Mercuri, titolare dell’Azienda biologica Mercuri con sede a Casperia. «In agricoltura ogni anno è una incognita legata a molteplici fattori, non solo quello meteorologico. Con i raccolti di uva praticamente azzerati – dice Mercuri - ora anche la raccolta di olio si prospetta difficile. Nella produzione avremo comunque una contrazione rispetto al passato e questo è davvero un peccato, perché per proprietà organolettiche, acidità vicina allo zero, l’olio della Sabina, conosciuto ben oltre i confini provinciali, è universalmente riconosciuto tra i migliori d’Italia». 
Le condizioni climatiche che si sono susseguite nei mesi di maggio e giugno non hanno dunque confermato le aspettative per quel che riguarda l’olio e adesso, con l’avvicinarsi dell’inizio della campagna olearia, si sta delineando un quadro più chiaro della stagione olivicola, con una situazione per quel che riguarda la Sabina piuttosto disomogenea e, soprattutto, non molto rosea. Previsioni certe è difficile farne ma i produttori parlano di una annata media, con una produzione pari al 50-60 per cento rispetto a quel che si raccoglieva una annata di carica. 

I costi. Di sicuro, l’innalzamento delle temperature nel mese di agosto è stato invece fondamentale per il controllo di molti patogeni tra cui la mosca, anche se con l’abbassamento delle temperature di questi giorni di settembre si potrebbero creare le condizioni per causare ulteriori danni. Se dovessero essere confermate le stime a ribasso delle produzioni di olio rispetto allo scorso anno, il rischio concreto sarebbe un aumento dei prezzi del prodotto cosa questa che i consumatori non auspicano davvero. Il prezzo al litro, nello scorso anno compreso tra gli 8 e i 12 euro, potrebbe facilmente raggiungere anche i 15 euro per le produzioni di maggiore qualità. Una eventuali che nessuno, a iniziare dai produttori, si auspica. 

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Il Messaggero