Il forno crematorio a Montasola divide i cittadini della Sabina

Il forno crematorio a Montasola divide i cittadini della Sabina
RIETI - «Quella che andremo a realizzare è un’opera di interesse pubblico e collettivo, che rappresenta una grande opportunità per questo...

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RIETI - «Quella che andremo a realizzare è un’opera di interesse pubblico e collettivo, che rappresenta una grande opportunità per questo paese». Vincenzo Leti inizia così il suo lunghissimo pomeriggio di confronto con i cittadini di Montasola. Il sindaco del piccolo paese della media Sabina, ieri pomeriggio nella sala polivalente del parco “Il Monte”, ha presentato il tempio crematorio che verrà costruito nell’area del cimitero. Viste le rigide norme anti Covid, sono state necessarie due presentazioni riservate solo ai residenti, iniziate alle 15.30 e finite alle 20, alle quali hanno partecipato anche i sindaci di Casperia e Roccantica. Quello che nascerà a Montasola è il primo forno crematorio nella provincia: l’iter amministrativo è stato già avviato e l’impianto dovrebbe vedere la luce fra meno di un anno, con i lavori che probabilmente partiranno a gennaio. Una scelta che ha generato una spaccatura in paese, dove è nato anche un movimento di opposizione all’impianto, con alcuni esponenti che ieri erano presenti dentro e fuori la sala. 

Le ragioni del sì. Leti si è presentato agli incontri con una nutritissima squadra di tecnici, biologi e ingegneri ambientali, così da poter dare tutte le risposte necessarie. Il sindaco ha parlato per primo, visibilmente emozionato, ma fermo nelle sue posizioni. «E’ un’opera di interesse pubblico – ha spiegato – ed è un’operazione economica, inutile negarlo. Il forno ci garantirà entrate extra che sono necessarie per far sopravvivere questo paese e per farci vivere bene, per consentirci di continuare ad erogare servizi extra che altrimenti non potremmo più garantire. Con gli introiti generati dal forno cercheremo anche di abbassare le tasse dei nostri cittadini». Il sindaco ha corretto alcune cifre anticipate nei giorni scorsi, spiegando che nella fase iniziale sono previste circa 950 cremazioni annue, alla cifra di 450 euro e sul totale il Comune avrà un aggio del 5%, ovvero circa 25 mila euro. Cifra che potrà salire. 

Ampie assicurazioni. Sono state fornite ampie assicurazioni sulla questione di impatto ambientale. Sono intervenuti il responsabile della Edile Vispin che costruirà e gestirà il tempio, il responsabile della ditta Ciroldi che costruisce i forni, oltre a ingegneri ambientali. Tutti hanno fornito dati, cifre e tabelle che mostrano l’assenza quasi totale di rischio di inquinamento. «Abbiamo chiesto centraline di rilevamento della qualità dell’aria – ha detto Leti – e faremo anche dei controlli sui prodotti finiti, ovvero olio e altre colture. Nesuno vuole inquinare la nostra terra». E’ stato ribadito che su tutto il processo ci sarà la supervisione degli enti preposti, Arpa in testa. 

Le proteste. Le ampie rassicurazioni non hanno placato le proteste. Gli esponenti del neocostituito Comitato per la tutela del territorio di Montasola hanno contestato al sindaco la mancanza di comunicazione e di un confronto preventivo. Posizioni ribadite anche nel corso degli incontri di ieri pomeriggio da alcuni che erano presenti, che hanno sottolineato anche la mancanza di qualsiasi forma di pubblicità che portasse i cittadini a conoscenza dell’idea di questo progetto: nessun comunicato ufficiale, nessun post sui social.

Un aspetto sul quale Leti si è leggermente sfilato, passando al contrattacco su un presunto allarmismo. «Siamo stati diffamati – ha detto il sindaco – da chi ci ha accusato di costruire un impianto inquinante. Il tutto senza documentarsi. Non c’è obbligo di comunicazione e gli ordini del giorno del consiglio comunale sono pubblici». Un dibattito teso, ma senza toni eccessivi. L’iter è avviato e il confronto continua.

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Il Messaggero