Rieti, i dilettanti e l'emergenza, Tolomei nei luoghi più a rischio: «Stress a mille ma bello aiutare chi soffre, mi scarico col Tik Tok»

Mattia Tolomei in campo al Gudini e mentre lavora
RIETI - L’emergenza coronavirus ha fermato molte attività lavorative ma ci sono ancora aziende che, grazie al loro personale, portano avanti il paese e in particolare...

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RIETI - L’emergenza coronavirus ha fermato molte attività lavorative ma ci sono ancora aziende che, grazie al loro personale, portano avanti il paese e in particolare il settore che oggi è in prima linea a combattere: la sanità. Mattia Tolomei, il 22enne e centrocampista della Bf Sport ex Fc Rieti, si trova a fronteggiare l’emergenza in prima linea. Il suo lavoro infatti comporta la distruzione dei pasti per in pazienti in tutte le strutture sanitarie.


Tolomei, è un momento delicato…
«L’emergenza che stiamo vivendo credo sia più ampia di quanto ci si potesse aspettare, più pericolosa di quanto potessimo pensare. È stata presa sottogamba all’inizio e ora ne paghiamo le conseguenze. I risultati a oggi ancora stentano ad arrivare, le manovre adottate verranno prolungate e la quotidianità già sembra un lontano ricordo. Tutte le regole dettate sono le uniche e le più giuste per contenere il contagio ma ci sono ancora persone che ora continuano a lavorare per mandare avanti il paese: queste devono essere dotate dei migliori presidi di protezione possibili per non contribuire alla diffusione del virus».

Lei vive le sue giornate all’interno di ambienti ad alto contagio...
«Ogni giorno vado a lavorare in luoghi a oggi ad alto rischio, come gli ospedali. Dal mio punto di vista le dotazioni che ho a diposizione non mi rendono tranquillo al cento per cento. Penso alla mia salute, ma anche a quella della mia famiglia. Ci tengo a sottolineare che all’interno dell’ospedale, oltre al grandissimo lavoro che stanno svolgendo medici, infermieri e tutti gli operatori, ci sono anche aziende che grazie al loro personale stanno contribuendo a portare avanti il sistema sanitario, i cui dipendenti ogni giorno entrano in ogni reparto e fanno il loro lavoro con la massima passione e gioia di aiutare il prossimo».

Le è capitato di trovarsi in situazioni complicate?
«Lunedì scorso ho consegnato i pasti alla casa di riposo Santa Lucia dove, come tutti ben sanno, i positivi al Covid-19 sono molteplici. Un pugno nello stomaco. Quando sei a casa non hai ben chiara la percezione di ciò che sta accadendo mentre avere davanti la realtà dei fatti ti fa capire tante cose di questa emergenza. Chiaramente ho fatto solo le consegne, non sono potuto entrare, ma già dall'esterno capivi tutto...».

È preoccupato di andare a lavoro?
«No, ma l'accumolo di stress è notevole. Sono sempre luoghi ad alto rischio. Cerco di adottare tutte le misure: guanti, mascherine, oltre un metro di distanza, poi quando sono a casa cerco di disinfettare al meglio tutti gli indumenti».

Come state vivendo l’emergenza tra le mura domestiche?
«A casa c’è un po’ di preoccupazione come in tutte le case. Io e mio padre svolgiamo lo stesso lavoro e siamo più a rischio, mentre mia madre e mia sorella hanno promesso che prossimamente ci lasceranno fuori casa (ride). Tutti vorrebbero tornare alla normalità».

Come trascorre le giornate in casa?
«Spesso gioco alla play, uso il telefono, vedo film e serie tv, gioco col cane. Negli ultimi giorni, insieme alla mia famiglia cerco di coinvolgerli con la moda del momento: “Tik Tok”, un'applicazione che permette agli utenti di fare video della durata di 15 secondi e aggiungere canzoni o altri suoni. Quando il tempo lo permette, solo ed esclusivamente nel giardino di casa, svolgo attività fisica per mantenermi in forma. Capita anche di riposarmi, perché le ore di lavoro sono aumentate».

È in contatto con mister e compagni?
«Sono in contatto col nostro preparatore, Manuel Fusacchia, che molto spesso ci manda un programma settimanale da svolgere in casa. Al momento mi manca tutto: dai compagni alle domeniche ma vedremo quale sarà il futuro del campionati. Il calcio mi manca veramente tanto, soprattutto in questo momento che faccio solo casa-lavoro».

A proposito di campionati, che fine faranno?

«Vorrei terminassero qualora ci fossero le possibilità. Se ciò non accadesse spero si prendano le giuste decisioni per ogni torneo in modo tale da non danneggiare alcuna società». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero