Masso pericolante sulla provinciale 29 e Marcetelli resta isolata

Masso pericolante sulla provinciale 29 e Marcetelli resta isolata
RIETI - In queste ore si sta studiando il modo migliore per rimuoverlo senza causare ulteriori crolli che, a questo punto, potrebbero completamente invadere le strade...

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RIETI - In queste ore si sta studiando il modo migliore per rimuoverlo senza causare ulteriori crolli che, a questo punto, potrebbero completamente invadere le strade sottostanti, al momento rimaste invece illese e chiuse per precauzione. Ma intanto un grosso masso di circa duecento tonnellate blocca il transito della strada comunale che da Varco Sabino conduce alla frazione di Rigatti e, da lì, unendosi alla provinciale 29 (situata più a valle) al Comune di Marcetelli, il quale al momento è rimasto dunque isolato.

Le piogge dei giorni scorsi, che hanno contribuito al disastro della Piana, hanno infatti causato in questo tratto della provincia un movimento franoso che soltanto per puro caso non ha invaso totalmente le due strade, dove al momento sono finiti terra e acqua, ricoprendo il guardrail: in alto, però, è rimasto il masso che è stato al centro anche della riunione svoltasi tra la Prefettura, il capo della Protezione Civile della Regione Lazio Carmelo Tulumello, la direttrice dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione Wanda D’Ercole e i sindaci di Marcetelli Daniele Raimondi e di Varco Sabino Gabriele Maglioni, per decidere sul da farsi. 

Nel frattempo, sia la strada comunale che quella provinciale (che da una trentina d’anni è rimasta l’unica via d’accesso a Marcetelli, dopo la chiusura della Collegiove-Marcetelli) sono state temporaneamente chiuse e gli abitanti del paese di Marcetelli sono assistiti nelle loro necessità dalla Protezione civile. Ieri mattina si è quindi svolto un nuovo sopralluogo congiunto tra i tecnici della Provincia, il consigliere provinciale con delega alla Viabilità Fabio Nobili e i due sindaci, valutando l’opzione migliore per rimuovere il masso, che ricade nel territorio comunale di Varco Sabino: ad essere stata scartate sarebbero le ipotesi di far brillare la roccia (per la quale sarebbero necessari circa otto chili di tritolo), in quanto l’esplosione potrebbe aggravare ulteriormente il movimento franoso, causando persino il cedimento della scarpata, e quella di imbracarlo all’interno di una rete.

Allo studio ci sono quindi interventi meno pesanti come l’utilizzo di cemento espanso, per creare delle spaccature e agevolare la frantumazione del masso, o l’utilizzo di composti chimici: ma prima di rimuoverlo, la ditta incaricata dovrà trovare anche una strada adatta per raggiungerlo, che per ora sembrerebbe essere soltanto un piccolo sentiero tracciato dai boscaioli. I tempi di rimozione sono ancora tutti da valutare ma già da domani, nel frattempo, le due strade potrebbero essere riaperte.

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Il Messaggero