Lucca48: Tris di Premi per "Il Cane", corto della reatina Ombroni produzioni

Lucca48: Tris di Premi per "Il Cane", corto della reatina Ombroni produzioni
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RIETI - L’ispirazione arriva di notte, fulminea e d’impatto. È in sole 20 ore che Ombroni produzioni realizza il cortometraggio “Il Cane”, made in Rieti tra superstrada e Contigliano, e «fa strage di premi» al festival Lucca48 2020, come affermano gli stessi organizzatori.

Si aggiudica il Miglior Montaggio (Luca Capuano), il Miglior Attore (Jacopo Orlandi) e il Premio Sofidel "Unrolling the future".

Ma andiamo con ordine. Perché tanta fretta? Il tempo è il vincolo e la chiave della rassegna cinematografica di Lucca, parte del programma Lucca Film Festival ed Europa Cinema. Le regole sono semplici,  il concorso segnala elementi da inserire come il nome di un personaggio o oggetti o frasi ma dalla sera stessa in cui si apre il concorso inizia il conto alla rovescia delle 48 ore per girare, montare e inviare il corto.

 Insomma ai partecipanti serve una buona dose di immediatezza, capacità di sintesi ed estrema brillantezza per contenuti e riprese. Ombroni produzioni, per il secondo anno, conferma di avere tutte queste competenze. Ombroni è un gruppo reatino, formato da Daniele e Jacopo Orlandi, Luca Capuano e Federico Battisti. 

Il Cane

«È stata na cosa folle, da una storia scritta da Daniele decidiamo tutto alle nove di sera e giriamo 2 ore dopo. In 20 ore chiudiamo tutto, tra adrenalina e stanchezza.» Ombroni la racconta così la genesi del lavoro di squadra, avvenuta di notte come i lavori migliori. Non è un caso che il gruppo abbia portato a casa importanti attestati di merito per montaggio, interpretazione e tematica. Il Premio Sofidel "Unrolling the future" infatti riconosce il valore della scelta di illuminare le tinte noir del pregiudizio sociale in un incontro fortuito tra sconosciuti.

Un informatico, il suo cane e un apparentemente losco figuro incrociano le loro vite per pochi istanti ad una pompa di benzina, sullo sfondo invisibile una sin city impenetrabile, cupa e solotaria in cui aleggia un ingombrante timore, l’innesco perfetto dello stigma sociale.

Il corto: https://youtu.be/MgFkHZs9JWg

 

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Il Messaggero