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RIETI - C’è preoccupazione tra i sindacati per il futuro della Lombardini. «Dopo l’incontro con l’azienda e le assemblee di questi giorni fatte con i lavoratori, è chiaro il timore per la situazione dello stabilimento», scrivono in una nota congiunta Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Ugl Metalmeccanici e Rsu.
La Lombardini occupa oltre 130 persone ed è un’azienda storica del nucleo industriale, insediata in città da quasi cinquantanni. «Sono mesi che sollecitiamo l’azienda – sottolineano i confederali – per avere un piano industriale che dia prospettive future ai lavoratori e allo stabilimento reatino ma a oggi non abbiamo ancora nessuna risposta chiara, nonostante sia aperto un confronto da tempo con l’azienda».
I dubbi. L’ultimo incontro avuto con la direzione, venuta da Reggio Emilia, è della scorsa settimana. «I dubbi sul futuro – continuano i sindacati – non sono stati sciolti e abbiamo avuto l’impressione che il gruppo Kohler (proprietario della Lombardini) non avrebbe più voglia di investire nello stabilimento reatino». E aggiungono: «Come organizzazioni sindacali la riteniamo una cosa inaccettabile per un territorio che negli anni ha subito pesanti conseguenze per scelte fatte da varie multinazionali».
Iniziative di lotta allo studio. I sindacati fanno poi sapere che se non ci saranno risposte saranno pronti a manifestare. «In un momento – concludono – in cui si parla di risorse per rilanciare il paese e risorse per rilanciare le aree dell’ex cassa del Mezzogiorno, non si riesce a capire la logica di tali scelte. Pertanto, invitiamo l’azienda a prendersi le proprie responsabilità. Come organizzazioni sindacali, insieme ai lavoratori, in assenza di risposte concrete metteremo in campo tutte le azioni necessarie alla salvaguardia dello stabilimento». La Lombardini è tra le aziende che all’inizio della pandemia aveva deciso di sospendere per due settimane l’attiità produttiva negli stabilimenti di via Emilio Greco ed aveva attivato la cassa integrazione covid per i propri dipendenti.
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