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RIETI - Cala un’ombra sul futuro dell’istituto scolastico paritario Bambin Gesù di Rieti che ospita scuola primaria e dell’infanzia ed è gestito dall’impresa sociale Promis. Nato e guidato fino a due anni fa dalle suore del “Bambin Gesù”, la cui missione è la formazione, l’educazione e l’istruzione, è da sempre un punto di riferimento per molte famiglie reatine orientate a preferire la formazione scolastica privata a quella pubblica. Oggi, però, a causa della comunicazione di un consistente aumento delle rette annuali il Bambin Gesù rischia di chiudere i battenti a causa della migrazione (già ufficializzata attraverso le iscrizioni effettuate entro la fine di gennaio) di tanti alunni verso la scuola pubblica.
Gli aumenti. I rialzi annunciati e che dovrebbero entrare in vigore a partire dal prossimo anno scolastico 2023-2024 sono vertiginosi.
Famiglie in fuga. L’annuncio da parte dell’amministrazione della scuola delle nuove rette non ha lasciato indifferenti le famiglie specie quelle con più bambini frequentanti, costrette a rivedere, seppure a malincuore, la scelta dell’istituto paritario. Ne è conseguito, nel mese di gennaio (periodo entro e non oltre il quale vanno eseguite le iscrizioni presso le scuole pubbliche) un fuggi fuggi generale. Intere sezioni, dal prossimo anno scolastico che hanno deciso di trasferire i propri figli nella scuola pubblica.
Chiesto asilo al Marconi. La maggior parte delle iscrizioni è stata fatta presso l’istituto comprensivo Marconi-Sacchetti Sassetti nel quale confluiranno gli alunni che frequentano attualmente il Bambin Gesù: in tanti hanno deciso di seguire amici e compagni nella nuova scuola per proseguire il percorso didattico insieme.
La preside. Il Messaggero ha tentato di raggiungere telefonicamente il referente amministrativo Fabio Porfiri senza riuscirci, invece, la coordinatrice didattica Stefania Santarelli ha descritto una situazione «ancora in evoluzione». «È stato ipotizzato un aumento delle rette del quale i genitori erano al corrente da due anni, ma al quale non si era proceduto durante la pandemia – spiega la coordinatrice -. In qualche classe si è verificata la migrazione degli alunni, ma molti genitori stanno aspettando la definizione completa della cosa, anche perché le iscrizioni nella nostra scuola possono essere eseguite fino ad agosto e qualora ci fosse qualche cambiamento o diminuzione del contributo, le famiglie, profondamente affezionate a questa scuola potrebbero tornare, chiedendo il nulla osta agli istituti pubblici dove hanno fatto le nuove iscrizioni. Insomma, è tutto ancora in movimento». Vedremo.
Il Messaggero