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RIETI - L’infuocata intervista pubblicata ieri da Il Messaggero all’ex assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici Antonio Emili, non riconfermato nella nuova giunta del sindaco Daniele Sinibaldi, ha fatto rumore. L’epicentro del sisma politico reatino è la lista civica “Io ci sto”, che ha visto anche l’esclusione dall’assessorato allo Sport dell’ex velocista azzurro Roberto Donati e la contestata nomina di Letizia Rosati come assessore alla Cultura. Così, ora il coordinatore cittadino di “Io ci sto”, Andrea Cacciagrano, prova a gettare acqua sul fuoco ed a ricompattare le fila dei suoi.
Cosa ne pensate delle scelte operate per la nuova giunta?
«In qualità di associazione, non entriamo nel merito: c’è un risultato elettorale e una scelta della giunta che spetta al sindaco, che rispettiamo nel pieno spirito di collaborazione e coalizione dei quali siamo stati protagonisti. Comprendiamo l’amarezza di Antonio Emili: a volte ci sono discorsi che impediscono di raggiungere direttamente un risultato per come lo si desidera, ma bisogna farci i conti. “Io ci sto” esprime un assessore che è da considerarsi anche tecnico per quanto riguarda le sue competenze, che ha dimostrato solidità amministrativa in questi cinque anni e alla quale auguriamo buon lavoro, come del resto all’intera giunta. L’amarezza del singolo rientra nel gioco: piena solidarietà e vicinanza, ma questo non cambia il nostro posizionamento all’interno della coalizione. Siamo convinti che Emili sia una risorsa per l’amministrazione: non a caso è stato il candidato con più preferenze personali (308 voti, ndr) e ci può stare che abbia posto un problema di continuità amministrativa, ma quest’idea si è scontrata con le possibilità date dal risultato elettorale».
Questo dà l’idea che l’amministrazione sarà perdente?
«Assolutamente no: riteniamo che il non aver scelto Antonio Emili sia stato determinato da criteri oggettivi di amministrazione, i quali devono essere poi filtrati dal sindaco e che noi rispettiamo, perché abbiamo creduto nella coalizione e nella campagna elettorale».
L’esclusione di Donati è simile, ma non uguale: ha meno esperienza politica e amministrativa di Emili, ma specifiche competenze in ambito sportivo. Eppure è rimasto fuori.
«Roberto Donati è un campione in entrambe le sue vite, quella sportiva e amministrativa ed è certamente una risorsa.
Credete che le scelte del sindaco porteranno Emili e Donati a muoversi a briglia sciolta?
«Briglia sciolta è un termine estremo ed esprime un aspetto del tutto personale. Il voto secondo coscienza è fatto per il bene comune e condiviso con l’associazione. Se la briglia sciolta si intende come un mezzo per piccole ripicche personali, assolutamente no. Se invece ci si chiede se siamo un gruppo che voterà tutto, anche le situazioni meno sposabili, noi siamo li per questo: in senso costruttivo e non distruttivo. Saremo a fianco della giunta e della nuova amministrazione e ci resteremo in tutte le forme che ci saranno concesse».
Appena nominata assessore alla Cultura, Letizia Rosati è stata subito attaccata per la frase pronunciata nel 2019 su omosessualità e pedofilia, che non ha mai rinnegato. Anche si si tratta di una sua opinione personale, come assessore alla Cultura non crede sarebbe necessaria una maggiore mediazione, una posizione meno divisiva?
«Non ho alcun timore nel dire che, nell’ambito della sua attività, Letizia farà bene e non sarà chiusa nei confronti di nessuno. Dei fatti di tre anni fa si è già discusso e credo che sia una pagina chiusa, perché è strumentale a qualcosa che non attiene più al periodo attuale. Oggi c’è un’altra scommessa da vincere, che è quella sulla città e per questo ci sarà anche la Rosati a dare il suo contributo. La sua opinione non era la voce del gruppo, era del tutto personale e per questo ha pagato anche abbastanza. E’ una docente stimata e avrà modo di lavorare sulla scia di quanto già prodotto dal suo predecessore Gianfranco Formichetti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero