Quattro incendi dolosi in otto giorni, è caccia al piromane

RIETI - Non c’è l’ufficialità, ma la dinamica di quanto sta accadendo in questi giorni a San Prospero, frazione di campagna del comune di...

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RIETI - Non c’è l’ufficialità, ma la dinamica di quanto sta accadendo in questi giorni a San Prospero, frazione di campagna del comune di Collevecchio, non lascia molti dubbi: l’origine degli incendi che sta spaventando i residenti delle case lungo la strada è dolosa. I ben informati parlano di inneschi che sarebbero stati ritrovati dopo che i volontari della Protezione vivile unitamente ai vigili del fuoco hanno spento gli incendi. Per ora l’unica cosa certa è che le autorità stanno svolgendo indagini che, certamente porteranno presto a individuare l’autore di questi scempi.


La particolarità degli incendi, già arrivati a quota quattro in soli otto giorni, tra il 10 e il 18 agosto, è che sono concentrati tutti nel raggio di circa un chilometro della via vicinale. Se, dunque, potrebbe apparire semplice tentare di monitorare la zona, così non lo è a fronte dell’imprevedibilità oraria con cui gli incendi vengono appiccati. In alcuni casi le fiamme si sono levate tra le 22 e le 23, mentre in altri casi in pieno giorno, l’ultimo, quello di martedì, intorno a mezzogiorno. I residenti sono esasperati e alcuni si dichiarano anche spaventati visto che, il delinquente, non ha mancato di accendere un rogo proprio sotto un’abitazione. 


«In questi giorni - dice il coordinatore del gruppo comunale della Protezione civile, Raimondo Mattei - un grande lavoro ha investito i volontari e il loro tempestivo intervento ha fatto sì che in alcuni casi le fiamme prendessero ancora più vigore. Non possiamo sbilanciarci rispetto alla natura di questi incendi. Le forze dell’ordine stanno conducendo le indagini e ci auguriamo che, qualora si confermi la natura dolosa di questi episodi, l’autore o gli autori possano essere individuati e puniti. Ringraziamo tutti i residenti che stanno monitorando la situazione e che si sono organizzati mantenendo sempre le botti cariche di acqua per non farsi cogliere impreparati in caso di necessità».
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Il Messaggero