In alcuni comuni non si donerà a giugno: l'Avis provinciale di Rieti accusa: «Indifferenza totale da parte dell'Asl»

In alcuni comuni non si donerà a giugno: l'Avis provinciale di Rieti accusa: «Indifferenza totale da parte dell'Asl»
RIETI - "Dall'Asl di Rieti indifferenza totale": a parlare è Giuseppe Zelli, il Presidente dell'Avis provinciale Rieti che conferma: "anche nel mese...

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RIETI - "Dall'Asl di Rieti indifferenza totale": a parlare è Giuseppe Zelli, il Presidente dell'Avis provinciale Rieti che conferma: "anche nel mese di giugno, le raccolte di sangue nella provincia di Rieti saranno limitate solo ad alcune sedi quali: Amatrice, Fara in Sabina, Poggio Mirteto e Magliano Sabina; tutte le altre sedi, previste in calendario non verranno considerate". 


Se a maggio, i donatori erano stati convocati solo presso il Trasfusionale dell’ospedale de Lellis di Rieti, ora la situazione in qualche modo è diversa ma i problemi riportati da Zelli continuano: "durante il periodo di pandemia Covid-19 che stiamo vivendo, nelle province della nostra regione le raccolte non sono mai state sospese, si sono svolte regolarmente, con una riorganizzazione per gestire al meglio il flusso dei donatori. Nella nostra regione mancano circa 20.000 sacche di sangue: noi nel nostro piccolo, invece di incentivare le raccolte, le limitiamo, penalizzando il donatore che anonimamente, gratuitamente e generosamente, vuole effettuare la donazione sul proprio territorio, evitando inutili spostamenti. Non riusciamo a capire perché solo da noi non si richiede l’ausilio delle autoemoteche che fino ad oggi sono state il mezzo più sicuro".

L'Avis provinciale pone l'accento sui donatori di acune sedi come Borgorose, Forano, Montopoli di Sabina, Leonessa ed altre sedi della Sabina: "dove non si raccoglie da mesi nelle proprie sedi o con l’ausilio dell’autoemoteca, vengono indotti ad andare nelle regioni limitrofe, Umbria, Abruzzo, dove non sono costretti a limitazioni numeriche e a prenotazioni".

"Purtroppo questa pandemia - prosegue Zelli - ci ha portato indifferenza totale da parte della ASL di Rieti, che non risponde alle nostre continue richieste d’incontro (prima la direzione medica ospedaliera, poi la direzione sanitaria aziendale), per concordare la ripresa delle giornate di raccolta come da calendario, concordato nel mese di novembre. I problemi sono irrisolti da anni, nessuno fa niente per cambiare; anche il Centro Regionale Sangue, organo regionale che stabilisce le regole per le raccolte ed è il punto di incontro tra Asl e la Direzione Regionale-Salute e Integrazione sociosanitaria, conosce le nostre problematiche, ma purtroppo tutto tace. Frequentemente pervengono dalla direzione Crs circolari e appelli, assistiamo inoltre frequentemente a campagne pubblicitarie di sensibilizzazione, per incentivare la donazione e sopperire alla carenza di sangue, ma nella nostra provincia c’è la completa indifferenza".

"Nessuno confessa - conclude Zelli - che non c’è personale medico e infermieristico sufficiente ad effettuare le raccolte programmate. I prossimi mesi estivi saranno quelli più critici, dove statisticamente si registrerà un calo netto di donazioni, pertanto ci chiediamo. Come si pensa di fare per soddisfare la ripresa completa dell’attività ospedaliera? Se il personale è carente, come si pensa di sostituirlo nel periodo delle ferie estive? Forse il sangue che forniamo è più che sufficiente per l’attività svolta nel nostro ospedale provinciale ma non si pensa alla compensazione con altri Ospedali romani e a raggiungere la sufficienza ematica Regionale come richiesto dal Crs.


Noi ci siamo sempre, l’abbiamo dimostrato: sappiamo rispondere alle emergenze in maniera significativa e concreta.  Abbiamo bisogno di risposte certe, concrete, di interlocutori che quando danno inizio ad un processo, siano in grado di concludere quanto iniziato. Fiduciosi che quanto sopra esposto venga recepito e concretizzato". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero