Green pass, crescono i ristoratori reatini che non apriranno gli spazi interni

Green pass, crescono i ristoratori reatini che non apriranno gli spazi interni
RIETI - C’è chi, considerata anche la grande capienza di spazi interni, preferisce usare cautela, dotandosi di un Covid manager pronto a controllare Qr Code e...

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RIETI - C’è chi, considerata anche la grande capienza di spazi interni, preferisce usare cautela, dotandosi di un Covid manager pronto a controllare Qr Code e documenti, anche a costo di reazioni non proprio educande da parte dei clienti. Ma ci sono anche coloro che, fino quando le condizioni meteo lo consentiranno, hanno scelto di non servire più ai tavoli interni per non dover chiedere il Green pass. E poi c’è chi viaggia a metà, tra l’accettazione della nuova norma e il sensibile malumore personale. Ma è fuor di dubbio che, fra tutte le attività e i luoghi interessati dall’obbligo di dover mostrare la certificazione anti-Covid, la categoria dei ristoratori reatini sia, ancora una volta, quella più inviperita. 

I dissidenti. Un primo caso di ristoratore “dissidente” è quello, raccontato ieri da Il Messaggero, di Armando Balzerani, gestore del ristorante-pizzeria “No Better Place”, sul lungoVelino: «Non farò servizio ai tavoli presenti all’interno del mio locale, a costo di rimanere chiuso nei giorni di pioggia. Il Green pass lo ritengo una mancanza di rispetto nei confronti dei clienti: non possono essere il controllore dei loro documenti e non voglio dover litigare con qualcuno. Resterò aperto solo all’esterno, poi nelle prossime settimane vedremo cosa accadrà».

In centro storico, a Balzerani fa eco Paolo Dell’Uomo D’Arme, gestore del “Dudas” di via dei Crispolti: «Se chiederò la certificazione? Ho semplificato: a quanto mi risulta posso chiedere il Green pass ma non un documento per comprovare l’identità del cliente. Quindi ho scelto di non servire ai tavoli interni: ancora una volta, è la nostra categoria ad essere fra le più penalizzate. Nel 2021 non ho visto un solo euro di ristoro: se avessi chiuso la partita Iva e chiesto il reddito di cittadinanza, avrei ricevuto il quadruplo degli aiuti che mi spettavano, bloccando tutti i pagamenti che non ci sono mai stati tolti. Ma adesso il gendarme non voglio e non lo posso fare». 

I moderati. Raniero Albanesi, titolare della “Taverna del tiranno” a Frasso Sabino e responsabile del movimento Mio Rieti, cerca di mettere la palla al centro: «Non metterò in atto nessuna protesta, affronterò la questione più in là, quando il meteo non ci consentirà più di poter servire ai tavoli esterni – spiega - Per ora tenderò a non far accomodare i clienti all’interno: ma se dovesse esserci necessità, il Green pass lo chiederò».

Tutt’altro passo, invece, al ristorante La Foresta, dove è stato assunto anche un Covid manager «preposto al controllo del pass soprattutto in vista dei giorni di lavoro più intenso – commenta Antonio Di Carlo - Ma la situazione più spiacevole sarà senz’altro dover controllare i clienti: in questo senso, purtroppo, ci aspettiamo anche delle reazione non propriamente consone. Se queste però sono le regole, non abbiamo scelta».

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Il Messaggero