Giulia, a 16 anni dalla Sabina alla terra dei Maori: frequenterà il quarto liceo in Nuova Zelanda

La protagonista
RIETI - Giulia, sedici anni e uno zaino pieno di sogni. Il più ambizioso, fin qui, ha cominciato ad avverarsi ieri 12 luglio, quando Giulia Aracri, studentessa di Fara...

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RIETI - Giulia, sedici anni e uno zaino pieno di sogni. Il più ambizioso, fin qui, ha cominciato ad avverarsi ieri 12 luglio, quando Giulia Aracri, studentessa di Fara Sabina (Rieti) che ha frequentato il terzo anno del liceo di Scienze umane al “Gregorio da Catino” di Poggio Mirteto è atterrata a Auckland, in Nuova Zelanda. Nel paese a testa in giù, patria dei Maori che sulla mappa del mondo è il punto più lontano, frequenterà il quarto liceo. Vincitrice della borsa di studio Itaca di Inps che premia i giovani meritevoli permettendo loro di partecipare a un programma di studio all’estero, fino a luglio 2024 resterà in Nuova Zelanda dove seguirà gli studi, in lingua inglese, per poi tornare in Italia e sostenere un colloquio durante il quale dovrà dimostrare di aver appreso contemporaneamente anche i saperi essenziali delle discipline del quarto liceo. A sostenerla in questo percorso, oltre a mamma Giovanna, papà Lorenzo e il fratello Michele, c’è la scuola, dalla preside Rita De Santis alla coordinatrice e docente di lingua inglese e sua tutor nel progetto, Alexandra Mirandi, fino a una compagna, Flavia, che giorno per giorno le invierà i materiali didattici.

Dopo tre giorni di camp a Auckland, la studentessa sabina prenderà due voli aerei interni che la porteranno il 15 luglio a Invercargill, cittadina di 60mila abitanti nel punto più a sud dell’isola del sud, dove il 17 luglio inizierà le lezioni presso il James Hargest College. Ad accoglierla sarà una famiglia, madre insegnante e padre forest manager i cui figli hanno frequentato quella stessa scuola, e con lei vivrà una studentessa tedesca.

Quando la raggiungiamo via Whatsapp, Giulia, dopo 26 ore di viaggio, tra voli e scali, è stanchissima e sta per andare a dormire. Prima però lascia trasparire dai messaggi vocali l’entusiasmo “per un’avventura che già so che non dimenticherò mai”. In cui mette tutto: emozioni, timori e speranze.

“Il motivo principale che mi ha spinto a fare questa esperienza, per la quale non finirò mai di ringraziare i miei genitori – racconta Giulia - è voler conoscere parte del mio pianeta. Sembra banale e scontato, ma in realtà non ci soffermiamo mai su cosa abbiamo intorno. Vivere qui un anno nella loro quotidianità, sono certa che mi aiuterà ad aprire la mente a nuove esperienze, avventure. E la cosa ancora migliore è che lo farò studiando, con persone e un metodo di insegnamento nuovi”. Da sé stessa si aspetta “di non sprecare un’opportunità che attendevo almeno da tre anni. Cercherò di spronarmi, di cambiare punto di vista, di lasciarmi andare di più. E soprattutto vorrei iniziare a parlare l’inglese come fosse la mia lingua, fino ad arrivare a pensare e sognare in inglese, senza nulla togliere all’Italia e al nostro italiano che amo, ma ho sempre sentito una grande affinità con questa lingua”. Forse teme di non trovarsi subito in sintonia con la nuova realtà, “però mi impegnerò a trovare un punto di incontro”. Perché in fondo, le speranze sono molte di più delle paure e l’augurio che fa a sé stessa, Giulia, “è di riempirmi di conoscenze ed emozioni”.

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Il Messaggero