França: «Contro il Rieti per raggiungere la doppia cifra. Quinto posto? Ci crediamo»

Carlos Clay de França
RIETI - Una storia strappalacrime la sua che anche Maria De Filippi farebbe fatica a raccontare. Carlos França, all’anagrafe Carlos Clay de França, nasce a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
RIETI - Una storia strappalacrime la sua che anche Maria De Filippi farebbe fatica a raccontare. Carlos França, all’anagrafe Carlos Clay de França, nasce a Jaguariúna, in Brasile, il 1° gennaio 1980.


Calcisticamente cresce nella sua terra, dove gioca fino all’età di 24 anni, raggiungendo dei buoni livelli nella serie B e C brasiliana. Ma a 24 anni la forte voglia di prendere la cittadinanza italiana lo porta nel bel Paese, troppo forte il desiderio di sentirsi italiano come il suo bisnonno Giulio Sisti, di Lugnano in Teverina, provincia di Terni. Giusto qualche mese e poi parte alla volta della Spagna dove gioca nella in Terza Divisione e vince anche un campionato.

Ma a 26 anni quella notizia che non ti aspetti: gli viene diagnosticato un tumore al midollo osseo che lo costringe ad abbandonare il calcio, che sembra ormai solo un lontano ricordo. Periodo di cure intense e poi di nuovo ritorno in Italia, quasi 28enne. Il suo viaggio finisce qui… macché, continua a peregrinare in giro per il mondo, questa volta direzione Stati Uniti, dove approda al Chicago Fire, serie B statunitense.

Neanche 12 mesi ed è ora di fare ritorno in Italia. Un paio di annate in Eccellenza e poi la serie D. Stagione dopo stagione le sue prestazioni migliorano fino ad attirare l’attenzione del Potenza con cui al primo anno vince subito il campionato ed approda, a quasi 40 anni, nella tanta agognata serie C.

França, al primo anno tra i professionisti numeri da record i suoi, con 9 gol segnati in campionato. Contro il Rieti va a caccia della doppia cifra?
«Lo spero. Io vivo per segnare e mi piacerebbe arrivare a quota 10 già contro i laziali (in totale ha realizzato 234 gol in 7 stagioni in Italia, incluse coppe e playoff, ndr). Non mi pongo limiti, sto vivendo una splendida annata, insieme a tutta la squadra, e mi voglio togliere tante altre belle soddisfazioni. Volevo ricordare che ho fornito anche tre assist che sono altrettanto importanti».

Ma non sarà facile scardinare la difesa di Capuano. Conosce il mister?
«Personalmente no, ma qui a Potenza lo ricordano benissimo. Nel bene e nel male ha lasciato il segno, non è passato inosservato. Comunque è un tecnico molto preparato ma noi contro il Rieti dobbiamo vincere per scalare posizioni in classifica. Sarà una partita molto dura con un avversario in salute».

A proposito di classifica. Anche mister Raffaele ha detto che il quinto posto è un miraggio possibile…
«Certo che ce la possiamo fare, non bisogna nascondersi, vogliamo arrivare più in alto possibile in classifica e penso che la quinta posizione possa fare al nostro caso. La cosa più bella sarebbe raggiungere la serie B tramite playoff con il Potenza, io sono un sognatore ed è giusto crederci».

E poi França potrebbe anche smettere visto che è arrivato alla soglia dei 40anni…
«Mi sento ancora molto bene fisicamente e sono deciso a continuare almeno un altro anno. Spero sempre con questa maglia, altrimenti si vedrà».

Il colpo di testa è la sua peculiarità?

«Diciamo che di testa sono bravo, ho già segnato 5 gol in stagione così. Poi ne ho fatti due di destro e uno di sinistro, il mio piede, più uno su rigore. Punizioni? Per ora niente gol, abbiamo Emerson che le tira benissimo e già ne ha messe dentro due. Se continua a segnare io posso restare a guardare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero