Fondazione Varrone, dopo le bocciature eccellenti spunta di nuovo il nodo delle quote rosa

Fondazione Varrone, dopo le bocciature eccellenti spunta di nuovo il nodo delle quote rosa
RIETI - Una bocciatura che non ha precedenti per il numero dei candidati affondati, ma non riguarda il loro profilo professionale, tutti considerati eccellenti e meritevoli,...

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RIETI - Una bocciatura che non ha precedenti per il numero dei candidati affondati, ma non riguarda il loro profilo professionale, tutti considerati eccellenti e meritevoli, piuttosto i curriculum personali che non rifletterebbero le caratteristiche richieste dallo statuto. E siccome la valutazione da parte chi è chiamato a esaminarli è discrezionale, ecco che il voto negativo espresso dagli otto componenti “superstiti” del Consiglio di indirizzo della Fondazione Varrone (altri otto sono andati a comporre a giugno il Cda guidato dall’architetto Mauro Trilli) ha penalizzato quattro figure di spicco indicate da Provincia, Comune e assemblea dei soci: il presidente dell’Ordine dei medici Enrico Tittoni, l’avvocato Luca Conti, il presidente del collegio dei Geometri Carlo Papi, e il manager farmaceutico Fabio Andreola, che non hanno raggiunto il quorum per l’elezione, al contrario di quanto avvenuto per altri quattro: il chirurgo Arash Sadighi, l’avvocato Costanzo Truini, l’ex dirigente medico del de Lellis Stefano Venarubea, indicato in quota Regione, e il farmacista dell’ospedale reatino Massimo Zannetti, in rappresentanza del terzo settore. 

Il risultato è che, almeno fino a Natale, il Consiglio di indirizzo funzionerà con dodici membri anziché sedici, in attesa che i due enti pubblici e l’assemblea rinnovino le nomine. E questa volta, sottolineano a Palazzo Potenziani, accompagnate da curricula adeguati ai settori da rappresentare in consiglio. Nel caso della Provincia, ad esempio, non è risultato espressione giusta il profilo professionale del medico Tittoni con il settore dell’Istruzione, così in Comune, dove avrebbe dovuto essere indicato un soggetto espressione del settore Cultura e Turismo, al quale però non appartiene l’avvocato Conti, pur godendo di un successo personale che gli deriva dalla sua attività forense, balzato anche agli onori della cronaca nazionale in relazione al caso della morte della postina Silvia Cipriani.

Stessa valutazione per i due nominativi indicati dall’assemblea dei soci: il manager Fabio Andreola, con un curriculum dove poteva vantare un importante ruolo dirigenziale ricoperto all’ex Baxter, prima di impegnarsi come sperimentatore in campo farmaceutico, non è stato considerato attinente al settore Sanità. Lo stesso per il presidente dei Geometri, Carlo Papi, nominato per il settore Arte, Attività e Beni Culturali che poco ci azzecca con il ruolo professionale rivestito.

A questo punto, con quattro nomine da rinnovare, torna in ballo anche la questione della rappresentanza di genere che, secondo parte dei soci, non è sufficientemente rispettata. Ma, anche in questo caso, sarà necessario mettere mano allo Statuto e trovare la soluzione giusta per evitare (altre) brutte sorprese. 

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Il Messaggero