Diciassette detenuti del carcere di Rieti conquistano la qualifica di operatore di panificio e pastificio

Diciassette detenuti del carcere di Rieti conquistano la qualifica di operatore di panificio e pastificio
RIETI - Sono i detenuti della casa circondariale di Vaziai protagonisti dell'ultima iniziativa realizzata dall'Istituzione formativa di Rieti: 17 studenti hanno conseguito...

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RIETI - Sono i detenuti della casa circondariale di Vaziai protagonisti dell'ultima iniziativa realizzata dall'Istituzione formativa di Rieti: 17 studenti hanno conseguito la qualifica professionale di operatore di panificio e pastificio dopo aver sostenuto l'esame e dopo mesi di orientamento, formazione, stage e accompagnamento in uscita.


Da metà gennaio sono stati protagonisti del progetto POI - partecipazione, occupazione e integrazione, un percorso finanziato dalla Regione Lazio, grazie a cui sono stati formati per poter esercitare in futuro una professione nella lavorazione di pane, prodotti da forno, pizza e pasta.

Una scommessa per offrire a chi ha sbagliato strada la possibilità di rimettersi in gioco, una concreta occasione di ampliare le opportunità occupazionali dei partecipanti, attraverso il conseguimento di una qualifica professionale immediatamente spendibile, in termini di avvio di rapporti di lavoro dipendente, di attività autonome o in cooperativa.

«Sono molto soddisfatta del risultato conseguito dagli allievi dai loro insegnanti, dai tutor e dal personale amministrativo che ha seguito il progetto con determinazione, competenza e anche molto affetto – ha commentato la Presidente dell'Istituzione Formativa Licia Alonzi - L’opportunità è stata data a persone che stanno scontando una pena e forse non si aspettavano di poter fruire di una occasione per guardare al futuro con più ottimismo. Si nasce da una madre, ma si può “rinascere” se la persona che ha sbagliato, e alla quale viene offerta una opportunità, la sa cogliere».

L'attività è stata interamente realizzata all'interno del carcere, con un'opportuna pianificazione dei tempi e degli spazi di lavoro. La cucina, dotata di tutte le opportune attrezzature, è stata sede sia delle attività laboratoriali nella fase di formazione, sia dello stage, periodo durante il quale gli allievi sono stati seguiti da tutor aziendali, esperti nelle specifiche tipologie di prodotto, che li hanno supportati nella realizzazione di tutto il processo di lavoro, dall'impasto alla cottura.


Offrire una reale possibilità di inclusione e risocializzazione, rappresenta dunque una concreta strategia per la riduzione e la prevenzione dello svantaggio sociale entro il quale si ascrive la popolazione dei detenuti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero