“Dei remi facemmo ali”: mercoledì al Flavio lo spettacolo del Varrone con il Gruppo Jobel

La locandina dell'evento
RIETI – Mercoledì 9 marzo il Teatro Flavio Vespasiano è pronto ad ospitare lo spettacolo “Dei remi facemmo ali”, organizzato dal Laboratorio di...

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RIETI – Mercoledì 9 marzo il Teatro Flavio Vespasiano è pronto ad ospitare lo spettacolo “Dei remi facemmo ali”, organizzato dal Laboratorio di Teatro Classico γνῶθι σεαυτόν (Conosci te stesso) del Liceo Classico Varrone e dal Gruppo Jobel. L’evento, realizzato con il supporto dell’associazione di promozione sociale Argenis e accessibile solamente con Green Pass e mascherina FFP2, prevederà due appuntamenti distinti: il primo delle 10:30 sarà riservato alle scuole medie, mentre il secondo delle 18 sarà aperto a tutta la cittadinanza. 

Le tematiche della rappresentazione teatrale
Lo spettacolo prende spunto dal capitolo “Il Canto di Ulisse” del libro “Se questo è un uomo” di Primo Levi e interagisce con l’Inferno di Dante Alighieri e l’Odissea di Omero. Il testo teatrale trascende dunque i secoli e, dall’italiano del Novecento, risale al greco di Omero attraverso il volgare del Trecento, affermando che la forza della creatività artistica è universale e che la Poesia e la Memoria possono riuscire a combattere, in tutti i luoghi e in qualunque tempo, contro qualsiasi tipo di violenza e alienazione.

Una rappresentazione di grande impatto che, ricordando l’immane tragedia della Shoah, offrirà anche l’occasione per riflettere sull’epoca attuale, nella quale, come dimostra soprattutto la guerra in Ucraina, la vita umana e la ragione appaiono nuovamente oscurate dalle armi e dai desideri di dominio territoriale.

«Il Laboratorio di Teatro Classico dell’Istituto – dichiarano le docenti Manuela Marinelli e Annamaria Magi – si occupa da anni della traduzione e riscrittura di testi classici, con particolare attenzione alla ricezione contemporanea dell’Antico e alla contaminazione dei diversi linguaggi artistici. Il lavoro sui testi classici è finalizzato alla realizzazione di progetti didattici che, come in questo caso, si concretizzano poi in spettacoli teatrali. Con questo spettacolo – continuano – si è cercato di dare corpo alle parole attraverso la musica, la danza, i movimenti scenici e le immagini, considerando la scenografia come un vero e proprio testo iconografico». 

Un evento, dunque, da non perdere, dedicato in primo luogo al popolo ucraino, ma più in generale a tutti gli uomini in travaglio di cui parlano con immensa maestria Primo Levi, Dante Alighieri e l’intramontabile Omero.

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Il Messaggero