Covid, anche a Rieti la cura sperimentata con successo su Donald Trump

Covid, anche a Rieti la cura sperimentata con successo su Donald Trump
RIETI - Anche i pazienti reatini affetti da Covid, soprattutto quelli ritenuti ad alto rischio, ultrasessantenni che abbiano sviluppato la malattia da pochi giorni, avranno...

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RIETI - Anche i pazienti reatini affetti da Covid, soprattutto quelli ritenuti ad alto rischio, ultrasessantenni che abbiano sviluppato la malattia da pochi giorni, avranno accesso alla somministrazione degli anticorpi monoclonali. Parte delle 150 mila dosi acquistate dal governo arriveranno a Rieti dopo che, il 9 marzo, l’Aifa ha autorizzato quelli prodotti da Eli Lilly e Regeneron, ovvero il farmaco balzato alle cronache per aver guarito dal virus in due giorni Donald Trump. La somministrazione dei monoclonali che, a differenza dei vaccini, non prevede richiami ma si completa con una sola iniezione, potrà essere decisa sia in ospedale sia dai medici di base nel momento della valutazione del paziente a domicilio. In quel caso, l’assistito viene inviato in uno dei centri che fanno parte del protocollo attivato dalla Regione. Tra gli 11, accanto alla Spallanzani e ad altre strutture sanitarie del Lazio, c’è anche l’ospedale di Rieti. 

«Apprendiamo con soddisfazione che tra le strutture sanitarie che la Regione ha individuato per la somministrazione delle terapie monoclonali c’è il de’ Lellis – commentano dalla direzione aziendale della Asl - Gli anticorpi monoclonali sono sostanze che agiscono con lo stesso principio con cui il sistema immunitario reagisce verso una aggressione esterna». Alla cura, che in base agli studi effettuati potrebbe avere effetti altamente benefici su tre pazienti su quattro, hanno accesso, oltre agli ultrasessantenni ad alto rischio, anche diabetici, obesi e persone sottoposte a dialisi, malati oncologici in terapia immunosoppressiva e adolescenti dai 12 ai 17 affetti da patologie.

«Con la ripresa a pieno regime della campagna vaccinale – commenta il consigliere regionale Fabio Refrigeri - questa notizia non può che rallegrarci perché ci permette di avere un ulteriore efficace strumento in questa difficile battaglia che stiamo combattendo tutti quanti ma dove restano ancora fondamentali e decisivi i comportamenti dei singoli per arginare la pandemia». 

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Il Messaggero