Rieti, Giorno della Memoria, le emozioni vissute a Roma dalle studentesse Elena e Chiara dello Jucci

Rieti, Giorno della Memoria, le emozioni vissute a Roma dalle studentesse Elena e Chiara dello Jucci
RIETI - «Se dovessi scegliere una parola capace di riassumere questa esperienza, senza dubbio, sceglierei commovente». Elena Andruccioli, 18 anni del liceo scientifico...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
RIETI - «Se dovessi scegliere una parola capace di riassumere questa esperienza, senza dubbio, sceglierei commovente». Elena Andruccioli, 18 anni del liceo scientifico Carlo Jucci, ricorda così l’esperienza vissuta il 26 gennaio a Roma in occasione del Giorno della Memoria.


La Regione Lazio, alla presenza del presidente Nicola Zingaretti, ha organizzato una conferenza al Teatro Olimpico presentando il libro "Testimoni della memoria per non dimenticare" contenente foto, testimonianze dei sopravvissuti e tutti i dati sui Viaggi della Memoria.

All’evento erano presenti tre testimoni della Shoah: i sopravvissuti di Auschwitz Sami Modiano e Piero Terracina e lo scampato al rastrellamento del ghetto di Roma Mario Mieli detto 'Papa'', i quali hanno raccontato le loro toccanti esperienze ad un pubblico composto da più di un migliaio di persone, tra docenti e ragazzi. In platea, tra il pubblico, anche la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello e Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah.

«Nel momento in cui i relatori hanno messo a nudo le loro sofferenze nessuno del pubblico è riuscito a trattenere le lacrime – continua Elena – Gli occhi di tutti, me compresa, hanno iniziato a luccicare umidi sotto le luci che illuminavano la sala e il palco. Per la prima volta anche io non mi sono sentita in imbarazzo e fuori luogo nel piangere davanti a centinaia di sconosciuti».

Chiara Sabatelli, 18 anni e juccina anche lei, ricorda invece di come l’amicizia tra i due relatori li ha salvati nella vita dopo l’Olocausto. «Mi è piaciuto molto quando sia Sami Modiano che Piero Terracina hanno ribadito che la loro amicizia è nata proprio nel campo di concentramento e che sia stata l’unica salvezza: non avendo più una famiglia l’unico appiglio che li ha mandati avanti è stato il loro rapporto. Proprio grazie a questa amicizia hanno fatto la scelta di raccontare questo a noi ragazzi, per far sì che possiamo costruire un futuro migliore di quello che c’è stato».

Un’esperienza “meravigliosa e costruttiva” la definisce in conclusione Chiara. «Attraverso questa esperienza ho potuto conoscere in primis delle persone disponibili, coraggiose e forti, ma è stata un’esperienza diversa dal solito perché, leggere tutto ciò che è successo durante la seconda Guerra Mondiale e in particolare l’olocausto, è completamente diverso dal vedere in diretta il video in cui loro hanno spiegato a noi  ragazzi tutto quello che avveniva nel campo di concentramento; faceva un altro effetto più che guardare i documentari o leggere i libri. Quindi penso sia stata un’esperienza veramente meravigliosa. Non ci sono altre parole per descriverla».


Quale significato ha avuto per te questa giornata? Elena risponde «Le parole dei reduci hanno scardinato il nostro essere razionali lasciando per un attimo che ogni singolo sentimento provato trapelasse libero. Secondo me è forse questo l'aspetto più significativo della giornata: aver assistito alla commozione di tutti di fronte ad evento che, ancora oggi, a distanza di 70 anni, ci lascia increduli e sgomenti. Mi piace conservare il ricordo di questa giornata nel messaggio di coloro che la tragedia della Shoah l'hanno vissuta e la tramandano nella speranza che i loro occhi, possano essere gli ultimi ad avere visto fin dove può arrivare la crudeltà umana». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero