Cna, Gianluca De Santis è il nuovo presidente: «Rieti è poco attrattiva per il resto della provincia»

Cna, Gianluca De Santis è il nuovo presidente: «Rieti è poco attrattiva per il resto della provincia»
RIETI - G​ianluca de Santis è il nuovo presidente della Cna di Rieti. De Santis è stato eletto all’unanimità, dopo l’improvvisa scomparsa della...

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RIETI - G​ianluca de Santis è il nuovo presidente della Cna di Rieti. De Santis è stato eletto all’unanimità, dopo l’improvvisa scomparsa della presidente Claudia Gentile alla quale, all’apertura dei lavori, è stato dedicato un momento di commemorazione. De Santis, 55 anni, da tempo nel gruppo dirigente della Cna locale, è titolare della “De Santis ufficio”, l’azienda di famiglia che sta per compiere 60 anni di attività. Il neopresidente, in questa intervista a Il Messaggero, si dice onorato dell’incarico che gli è stato conferito. 

Si sente soddisfatto di questa nomina? 
«La mia elezione a presidente è stato un passaggio importante perché avvenuta all’unanimità, senza nessun tipo di cordate alle spalle, ma con la voglia di rilanciare la nostra associazione. E questo mi riempie di orgoglio e dimostra una certa compattezza all’interno di un’associazione che sul territorio rappresenta tanti imprenditori. In genere dopo un’elezione ci sono sempre delle fratture, non è il nostro caso. La nostra è soprattutto una famiglia, dove ci sono delle persone veramente valide, a partire dalla nostra direttrice Enza Bufacchi». 

Lei subentra alla compianta Gentile, cosa prova? 
«In effetti subentro nella carica non per una scadenza del mandato, ma purtroppo perché è venuta a mancare una persona meravigliosa, con la quale ho condiviso tanto, in qualità di vicepresidente. Claudia era una colonna portante della nostra associazione, una persona che ha costruito insieme ad altri la struttura Cna. La sua perdita è una perdita immensa anche a livello personale. E questa è l’unica tristezza per aver raggiunto questa importante carica». 

La sua è un’azienda storica di Rieti? 
«Sì, la nostra è un’azienda di famiglia ed oggi siamo alla seconda generazione. Mio padre mise su l’attività, mia madre l’ha continuata e io oggi la porto avanti. Credo che nonostante tutto oggi si possa continuare a fare imprenditoria sul nostro territorio». 
 

La sento molto fiducioso nel futuro, benché negli ultimi anni le crisi si sono fatte sentire. 
«La pandemia prima e le guerre dopo, hanno stravolto alcuni canoni, soprattutto i rapporti umani con la clientela. Oggi la difficoltà principale per un imprenditore è quella di interfacciarsi con il pubblico, perché oggi è un po’ disorientato d tutto ciò che abbiamo vissuto negli ultimi anni. Mentre, le difficoltà del nostro territorio partono da lontano. L’isolamento che è stato la nostra fortuna fino agli anni ‘80, oggi è la nostra limitazione. Il problema di Rieti è che non parla alla provincia. Mentre la provincia si interfaccia con altri territori, Rieti vede soltanto la conca». 

Mi sta dicendo che Rieti città non è attrattiva rispetto alla propria provincia? 
«Certo. Perché non è collegata alla propria provincia. Se voglio andare a Magliano, Google maps mi fa passare per Terni e Orte. Quindi il fatto che i nostri territori non sono stati collegati bene verso la città capoluogo, oggi ne paghiamo tutte le conseguenze. Dalla provincia venire a Rieti è un viaggio vero e proprio. Conosco persone che non sono state mai nel loro capoluogo di provincia, perché sono persone che si relazionano, per comodità, con altri territori, come Terni o Roma. Venire da Magliano è un viaggio. Questi a mio avviso sono i limiti della nostra provincia». 
 

Lei si definisce critico-costruttivo, perché? 


«Perché sottolineare alcune criticità significa fare il punto da dove ripartire. Questo è un po’ il mantra della nostra associazione. Non diciamo no a prescindere, ma per migliorare quel no eventualmente».
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Il Messaggero