A Cantalice scatta l'ora dei Collage, tanti fans ad attenderli

I Collage in concerto
RIETI - “Affari di cuore, ti spazzano via, e non serve aggrapparsi a un po' di nostalgia”. Da quando una fiction di grande successo di Rai1 come "Le...

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RIETI - “Affari di cuore, ti spazzano via, e non serve aggrapparsi a un po' di nostalgia”. Da quando una fiction di grande successo di Rai1 come "Le indagini di Lolita Lobosco" ha “cantato” i Collage, il gruppo melodico sardo è tornato di gran moda.

«In realtà è tornata in auge una canzone che non tutti conoscevano», dice lo storico componente della band, Tore Fazzi. I Collage arriveranno a Cantalice giovedì 24 agosto alle 21, all'interno della Sagra delle Strengozze. «Manchiamo da un bel po' di anni dalle vostre zone - dice Fazzi - siamo ovviamente molto felici di tornare. Stiamo girando l'Italia in lungo e in largo, la gioia di incontrare il nostro pubblico è sempre grande».

I Collage raggiunsero il grande successo tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80, con l'apice quando arrivarono secondi al Festival di Sanremo nel 1977 con “Tu mi rubi l’anima”. Fuori dall'Ariston non c'era il grande carrozzone mediatico, i social naturalmente non esistevano, e Tore Fazzi era un giovanotto di 22 anni che visse quel clamore con grande semplicità.

«Allora ci divertivamo e basta, quando la cosa si è fatta seria abbiamo iniziato a sentire il peso della responsabilità».

E adesso? «Ce la godiamo con il nostro pubblico, cantiamo con loro, e tappa dopo tappa scopriamo con gioia che tra loro ci sono tanti bambini e ragazzi. Ci aspettavamo un certo declino, invece c'è stato uno zoccolo duro di fans che ci hanno sempre seguiti e sostenuti, li ringraziamo di cuore per la loro costanza».

Una band melodica per eccellenza, conosciuta per le canzoni d'amore e per i balli lenti guancia a guancia, un'epoca che oggi si ricorda in un modo quasi sfocato, a tratti con una certa nostalgia. «Il declino del ballo lento non ci ha penalizzati, negli anni abbiamo rivisitato i nostri brani senza stravolgerli, abbiamo mantenuto i nostri affezionati anche con le ultime uscite».

E cosa si pensa del trap? «Lo ascoltiamo anche perché è inevitabile, ti bombardano ovunque. In alcuni casi c'è un buon lavoro con l'aiuto di tanta elettronica, in altri c'è qualcosa di inutile e selvaggio, mascherato dall'uso dell'autotune. Siamo felici di come siamo, suoniamo per davvero, con la forza della nostra genuinità».

E i giovani? «Sorprendemente ci seguono in tanti, forse i genitori gli parlano di noi a casa».

In molti si sono innamorati con la musica dei Collage. «Intorno alla fine degli anni Settanta, davvero tantissimi. Vengono a dircelo dopo i concerti, con le loro famiglie: possiamo dire di aver contribuito per una certa parte all'innalzamento demografico del Paese!».

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Il Messaggero