BORGOROSE - Tre persone denunciate per reati contro il patrimonio storico ed archeologico. L'operazione è stata portata termine dagli agenti della stazione Forestale di...
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Ad insospettire gli agenti della Forestale di Borgorose, è stata la presenza di due autoveicoli in prossimità dei ruderi del castello medioevale presente in località Collefegato e degli strani movimenti di persone intente ad armeggiare tra le antiche pietre.
La pattuglia si portava sul posto e osservava che tre persone stavano “sondando” il terreno e le macerie del Maniero, con l’ausilio di “metal detector” e vicino a loro attrezzi atti a scavare.
Sorpresi in flagranza, le tre persone non opponevano resistenza. Scattavano quindi gli accertamenti e le procedure del caso, considerato che la legge vieta tassativamente qualsivoglia forma di ricerca archeologica, non espressamente autorizzata dal Ministero competente. Ovviamente le persone fermate non avevano nessun tipo di autorizzazione. Si procedeva quindi al sequestro delle attrezzature utilizzate e contestualmente, a seguito di perquisizione, venivano rinvenuti, sulla persona di uno dei fermati, monili in metallo e monete provenienti dagli scavi eseguiti in loco. Anche questo materiale veniva posto sotto sequestro e posto a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Da ulteriori approfondimenti emergeva che, uno dei fermati, aveva già dei precedenti per reati contro il patrimonio storico e archeologico, cosa che induceva gli agenti della Forestale a procedere, nell’immediatezza dei fatti, a una perquisizione presso l’abitazione del soggetto. Nella perquisizione non veniva trovato materiale archeologico di incerta provenienza. Gli altri due fermati, provenienti dalla provincia de L’Aquila, risultavano invece incensurati.
Dei fatti è stata notiziata la procura della Repubblica di Rieti, ipotizzando il reato di ricerche archeologiche non autorizzate, Procura che ha già convalidato i sequestri posti in essere dai Forestali.
Non è la prima volta che, in agro del Comune di Borgorose, gli agenti della Forestale intervengono sui siti archeologici di cui la zona è particolarmente ricca, al fine di contrastare il fenomeno dei “tombaroli” che o notte tempo o diuturnamente, si trasformano in provetti “Indiana Jones” ed iniziano a scavare alla ricerca di reparti archeologici, producendo danni notevoli nelle aree archeologiche e sottraendo materiali che potrebbero avere sicuramente un elevato valore storico e, magari, irrisorio valore commerciale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero