Basket o boxe? Uno scontro che non porta a nessun risultato

Basket o boxe? Uno scontro che non porta a nessun risultato
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RIETI - Un ring. Uno di quelli con le corde intorno, gli sgabelli e gli sventolatori di asciugamani ai due angoli opposti, per intenderci. Questo sta sempre più diventando il parquet del Palasojourner. Dici Palasojourner e dici basket e dici Rieti. Lo sport che ha unito una città per decenni. Già, ha unito… perché è ancora così? Insieme stiamo ottenendo risultati che nessuno, singolarmente, vorrebbe. Nella mia attività a fianco delle organizzazioni ripeto spesso questa frase, ma mai avrei pensato di doverla utilizzare un giorno per il basket a Rieti. 


Eppure oggi è questa quella capace di riassumere al meglio ciò che sta accadendo, ciò che ci stiamo facendo anche nel basket. I fatti sono noti ai più: le due squadre reatine di vertice non si stanno risparmiando colpi, sempre più proibiti, sotto la cintura, a gong già suonato...forse anche qualche morso all’orecchio nel corpo a corpo. 

Lo scontro. L’ultimo terreno di scontro è il Palasojourner: a chi spetta la gestione, chi deve pagare chi, a quali costi, eccetera eccetera eccetera. Si dirà: ma con tanti problemi che abbiamo, adesso pensiamo al basket? Beh, sì. Sì, perché quello a cui stiamo tristemente assistendo pare un filo conduttore che unisce molte nostre vicende, ed è con quel filo che dobbiamo avere il coraggio di fare i conti, se vogliamo davvero innescare cambiamenti generativi.

Così, di fronte a questo continuo rilancio di toni accesi, di accuse, chiedo: ma davvero pensate che interessi a qualcuno chi, alla fine, vincerà? E davvero ai contendenti interessa vincere in questo modo? E che vittoria sarebbe? Non si lascino ingannare dalle truppe cammellate sui social (poche, sparute persone, ma chiassose, in molti casi spinte soprattutto da desideri di rivalsa, dal bisogno di saldare vecchi conti): si percepisce un disamore crescente nella maggioranza silenziosa degli sportivi reatini, increduli di fronte a ciò a cui stanno assistendo. «Io vinco-tu perdi», fomentando gli animi è un approccio miope, perché alla lunga (e neanche tanto) a perdere sarà un intero territorio.

«Io vinco-tu vinci-la collettività vince» (win-win-win): questo dovrebbe guidare un imprenditore impegnato in un’attività così interconnessa nel territorio, questo l’unico modo per assicurarsi una prosperità a lungo termine. E non si sta dicendo che non si deve competere, qui oramai si tratta di ben altro, purtroppo. 

Il movimento arranca, e basta prendersela col covid e il resto. I due presidenti ascoltino il silenzio assordante della maggioranza dei reatini, i tanti giovani, le loro famiglie. Avete un ruolo sociale: interpretarlo al meglio è la migliore garanzia per la sostenibilità futura. Ci sono modi giusti di vincere e modi stupidi. Tra tre anni, che ne sarà del basket a Rieti?

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Il Messaggero