Concorso Asl annullato, si preparano i ricorsi

Concorso Asl annullato, si preparano i ricorsi
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RIETI - Polemiche, proteste e aria di ricorsi e denunce. Con gli avvocati pronti ad affilare le armi per quella che, prima di tutto, sembra una battaglia per la richiesta di giustizia e legalità. A tre giorni dall’intervento delle forze dell’ordine al concorso della Asl per la selezione di un tecnico per l’ufficio stampa, non si placa il clamore e le polemiche per quanto avvenuto: difficile trovare un precedente in cui la totalità dei concorrenti - meno due - abbia chiesto e ottenuto di mettere a verbale le palesi irregolarità della prova in corso e, men che meno, si ricorda in città un caso in cui gli stessi concorrenti abbiano chiamato la Polizia.

La storia sembrava essere sulla via della chiusura dopo un paio d’ore, quando la direttrice generale della Asl, Marinella D’Innocenzo, aveva dichiarato l’annullamento in autotutela. A gettare benzina sul fuoco, però, le dichiarazioni rilasciate ieri dall’azienda sanitaria a Il Messaggero, dove si puntava il dito sugli stessi concorrenti, ritenendoli colpevoli di comportamenti inappropriati come l’uso dei cellulari, l’abbandono del posto e lo scambio di pareri. Peccato che tutti quei comportamenti fossero finalizzati proprio a denunciare le irregolarità della prova. 

Tanti dubbi. Le parole dei vertici aziendali hanno scatenato le ire dei concorrenti, anche perché sembrano aprire la strada ad eventuali azioni legali dell’azienda. La maggior parte dei candidati è restata in stretto contatto e alcuni di loro avrebbero già contattato dei legali per tutelarsi e far valere le proprie ragioni. Anche perché analizzando il bando, si scopre che di dubbi ce ne sono fin troppi su quel concorso. Il posto in palio era per “tecnico di ufficio stampa”: una figura non certo comune, della quale non sono chiare mansioni o attività.

Una formula che, a livello laziale, sarebbe stata utilizzata solo dalla Asl. Eppure la stessa Associazione stampa romana, sindacato di riferimento dei giornalisti, aveva già denunciato l’anomalia mesi fa. Del resto esiste la legge 150 del 2000 che delinea in maniera chiara ruoli e funzioni dei giornalisti negli uffici stampa della pubblica amministrazione e, da nessuna parte, si parla della figura del tecnico di ufficio stampa. 

Commissione inadeguata. C’è poi il capitolo commissione. I 4 membri designati a giudicare i candidati, tutti della Asl reatina, non avevano alcun titolo in ambito di comunicazione. Il presidente Antonino Germolè è un ingegnere e dirigente amministrativo. Accanto a lui c’erano un operaio tecnico di gas medicali e un altro amministrativo. I candidati lamentavano il non rispetto del bando originario, in cui si parlava di stesura di un comunicato stampa e invece veniva chiesto altro. Stando a quanto emerso, nel corso del dibattito che ha portato alla chiamata delle forze dell’ordine, è stato chiesto se qualcuno della commissione fosse un giornalista.

Un membro avrebbe dichiarato di esserlo, in quanto iscritto all’albo dei pubblicisti, salvo poi specificare che non era stato inserito in commissione con quella qualifica. Ma a lasciare dubbi è la gestione dell’intera mattinata. Tra le varie cose fatte verbalizzare dai candidati dopo l’arrivo della Polizia, c’è anche il non rispetto della chiusura delle porte e del blocco delle ammissioni alle 10 (orario indicato nella convocazione). Troppi indizi che, messi insieme, cominciano a fare più di una prova.

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Il Messaggero