L'ascensore di via San Pietro Martire resta ancora chiuso a un anno dalla fine dei lavori

L'ascensore di via San Pietro Martire resta ancora chiuso a un anno dalla fine dei lavori
RIETI - Doveva entrare in funzione già dalla scorsa primavera, ma dopo quasi un anno dal collaudo il “famigerato” ascensore che collega via San Pietro...

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RIETI - Doveva entrare in funzione già dalla scorsa primavera, ma dopo quasi un anno dal collaudo il “famigerato” ascensore che collega via San Pietro Martire con piazza Cesare Battisti è ancora chiuso. Un progetto che prende le mosse dal lontano 2013 con i programmi Plus. Nell’ottobre 2018, la nuova giunta Cicchetti avvia la risoluzione del contratto con la ditta appaltatrice per un «ritardo» nell’esecuzione dei lavori e si arriva all’affidamento dell’opera a una nuova società, che fa tutti i lavori necessari per completare i lavori.

Non solo, agli inizi del 2020 viene rifatta anche la pavimentazione della porzione di piazza limitrofa all’impianto. Nel marzo 2020 l’ascensore supera addirittura il collaudo e il mese dopo l’assessore all’Urbanistica, Antonio Emili, fa richiesta all’Ustif, l’ufficio speciale del ministero dei trasporti, di autorizzarne l’apertura definitiva.

La situazione. Ma da allora l’ascensore fa la sua bella mostra in piazza Cesare Battisti senza poterne usufruire. Una situazione che definirla kafkiana è dire poco.

Si può parlare in questo caso di opera incompiuta? 
«No di certo - risponde Emili - si tratta di un’opera ultimata nel dicembre 2019, tirata fuori dalle secche perché al momento in cui ci siamo insediati il cantiere era fermo, e collaudata poco dopo. Parliamo di un’opera la cui conformità alle norme è certificata dall’impresa che se n’è occupata. Nell’aprile del 2020 abbiamo inoltrato all’Ustif la domanda per ottenere il nulla osta, da allora siamo in attesa di un pronunciamento da parte di tale organo per attivare definitivamente l’impianto». 

Nel frattempo, l’assessore Emili ammette di aver ricevuto delle richieste di integrazioni documentali da parte dell’ufficio ministeriale. «Richieste - sottolinea - che più volte abbiamo soddisfatto. La sensazione ormai è di trovarci dentro una vicenda burocratica tutta italiana, in cui ci si incarta e ci si avvita su se stessi a suon di richieste di documentazioni, salvo poi non arrivare mai al dunque. Parliamo comunque di un impianto finanziato con soldi pubblici». 
Per l’esponente della giunta Cicchetti, il fatto che non ci sia nessuna risposta, sia in senso positivo sia in negativo, lascerebbe Rieti «in quel limbo in cui cittadini, imprese ed enti locali spesso si trovano spesso impelagati». 

L’accusa. Ma ad attaccare la giunta Cicchetti è il consigliere di minoranza ed ex assessore all’Urbanistica, Giovanni Ludovisi: «La vicenda ha dell’incredibile - afferma. - Anni ad aspettare che un ascensore si metta semplicemente in moto a fare su e giù. Una cosa semplice in fondo, ma evidentemente per questa amministrazione è un ostacolo irrisolvibile. Una giunta persa a dare sempre le colpe agli altri. E ci si nasconde dietro la complessità della burocrazia senza fare un solo passo avanti. L’ascensore, come già fu per la “scuola di carta”, è davvero l’immagine di una gestione difficile da credere».
Antoni

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Il Messaggero