I cestisti e l'emergenza, Nikolic e la Serbia così vicina e così lontana: «Anche lì è un bel casino, a Rieti combatto ​la noia tra play ed esercizi fisici»

Aleksa Nikolic
RIETI - Anche a Rieti, il club del patron Cattani ha disposto il rompete le righe e già qualche giocatore è tornato dalle proprie famiglie. Rientro in patria per...

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RIETI - Anche a Rieti, il club del patron Cattani ha disposto il rompete le righe e già qualche giocatore è tornato dalle proprie famiglie. Rientro in patria per Cannon e Raffa, mentre tra gli italiani hanno raggiunto le vicine destinazioni, quando era possibile spostarsi tra comuni diversi, solo Stefanelli e Filoni, il resto del gruppo è ancora nel capoluogo sabino. Tra loro c'è anche Aleksa Nikolic, alla sua seconda stagione in maglia Zeus Npc, tra partite alla play e gli esercizi dello staff tecnico cerca di tenersi occupato, provando a battere la noia in qualche maniera.


«Come tutti sono rimasto senza parole: è la prima volta che viviamo una vicenda del genere e dispiace stare fermi - racconta il lungo serbo, che pensa anche alle sorti del campionato - Durante la stagione con la squadra abbiamo fatto tanti sacrifici per raggiungere obiettivi importanti, veniamo da una strada lunga, con mesi di lavoro intensi e non finire la stagione non sarebbe il massimo, ma la salute si mette al primo posto».

Dopo una prima parte di stagione in cui ha faticato a trovare il campo, l’impatto di Nikolic nell’ultimo periodo è stato in crescendo, con prestazioni chiavi e gare di sacrificio, durante le quali il classe 1999 è riuscito ancora una volta a mettere in mostra il proprio potenziale. Nonostante il ritorno in campo appaia sempre più lontano, Nikolic, come gran parte degli atleti a questi livelli è chiamato a tenersi in allenamento costante: «Anche sotto questo punto di vista la sensazione è strana, sembra di stare in vacanza ma non è proprio così. Sto seguendo i programmi dello staff e fino a quando si poteva andavo a tirare al campetto vicino casa, ora esco solo per fare la spesa».


L'emergenza sanitaria globale pian piano sta colpendo tutti i paesi ed è già arrivata in Serbia, quindi Aleksa, è consapevole che i tempi di un pronto ritorno a casa saranno ancora lunghi, non resta così che guardare da Rieti l'evolversi della situazione: «Amano l'Italia e fin da subito sono stati solidali con scritte d'affetto e gesti simili, a partire da Belgrado, la mia città - ci racconta Nikolic, mentre sulla situazione in patria - Anche in Serbia sta uscendo un bel casino, i contagi aumentano a vista d'occhio e resto in contatto con la mia famiglia che mi aggiorna costantemente. Anche lì non si può più uscire di casa, ma speriamo tutto questo finisca presto».   Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero