Aggressione a Passo Corese, l'onorevole Soumahoro fa visita alla vittima

Aggressione a Passo Corese, l'onorevole Soumahoro fa visita alla vittima
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RIETI - Quando lo ha saputo era alla Camera dei deputati. “Mi ha chiamato Julienne, la moglie di Issa, e all’inizio non riuscivo a crederci, perché è una persona piena di amore e di affetto e ormai cittadino di questo territorio”. Sono le parole dell’onorevole Aboubakar Soumahoro arrivato nella serata di giovedì 5 ottobre da Roma a Passo Corese per stare vicino al 51enne ivoriano aggredito nella tarda serata di mercoledì 4 ottobre, da un gruppo di tre giovanissimi mentre stava prendendo l’acqua in una fontana pubblica in piazza Salvo D’Acquisto.

«È un dovere per me essere qui. È un momento di dolore, di vicinanza e anche di rabbia» commenta spostandosi all’esterno dell’abitazione dove Issa vive con la moglie e i tre figli al centro di Passo Corese dove tante persone si sono recate per esprimere solidarietà alla famiglia.

«Sento l’affetto del paese – continua il deputato – come a voler dire che quanto è successo non corrisponde all’atteggiamento del paese, ma contemporaneamente bisogna tener conto di questo fatto e fare sì che resti una vicenda circoscritta, emarginata e che i responsabili dell’aggressione ne rispondano nelle sedi opportune. Si evidenzia, in generale, un clima di imbarbarimento e sprigionamento di atteggiamenti morbosi, per questa ragione chi ha responsabilità politica deve stare molto attento al proprio comportamento, a ciò che dice e penso che il contesto nazionale dovrebbe farci riflettere tutti».

Per tutta la giornata tanti concittadini, hanno voluto raggiungere Issa. Nella serata di ieri, quando era presente l’onorevole Soumahoro, è passato anche il consigliere comunale Carlo Desideri che conosce da tempo la famiglia ivoriana e che ci ha tenuto a ribadire anche all’onorevole «la solidarietà della maggioranza della popolazione di Fara» sottolineando quanto «Issa, Julienne e i tre figli siano ben integrati nel tessuto sociale, motivo in più per individuare i responsabili di un’aggressione che ha ferito fisicamente e moralmente l’uomo, amareggiato e preoccupato profondamente l’intera famiglia».

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Il Messaggero