Era tornato solo due giorni prima dalla zona dell'hotel Rigopiano, dove aveva partecipato alle operazioni di soccorso. Poi l'allarme di ieri mattina lo aveva spinto...
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Originario di Rocca di Cambio, a pochi km dal luogo della tragedia, Walter, 57 anni, era un cardiologo specializzato in emergenza sanitaria e nell'Aquilano aveva lavorato un po' ovunque. Aveva infatti prestato servizio nei presidi di Castel di Sangro e Pescasseroli, poi si spostò al 118 dopo che il terremoto del 2009 distrusse la sua casa nel capoluogo abruzzese. L'emergenza in Abruzzo lo aveva trovato pronto, in prima linea per soccorrere i superstiti del Rigopiano. Insieme a lui, sul canalone che sovrasta Farindola, c'era anche Davide De Carolis, teramano ma romano d'adozione, che lo ha accompagnato anche nella loro ultima, tragica operazione di soccorso.
Walter lascia la moglie e una figlia. Nei giorni scorsi aveva fatto turni nei soccorsi a Rigopiano (Pescara). Non doveva essere in servizio oggi, avendo fatto un turno di quasi due giorni. Specializzato in emergenza sanitaria, attualmente in servizio al 118 dell'Aquila. Era molto conosciuto in alto Sangro dove aveva prestato servizio, sempre nel 118 a Castel di Sangro e Pescasseroli (L'Aquila).
IL DOLORE DEI COLLEGHI «Walter Bucci era un medico rianimatore storico del 118 e del Soccorso alpino, lo faceva da molti anni. Dopo essere stato qui a Rigopiano per alcuni giorni, era tornato oggi a fare il suo lavoro, il dottore della Asl dell'Aquila». Luigi Caterina del Soccorso alpino di Chieti ricorda così il collega morto oggi nell'incidente di elicottero nell'Aquilano. «Era sempre di buon umore, gli piaceva la compagnia - dice Caterina -. Agli incidenti di questo tipo si cerca di non pensare mai e in realtà capitano raramente. Almeno in Abruzzo forse è la prima volta». «Che posso dire? - commenta prima di partire proprio in elicottero per un altro turno di ricerche al Rigopiano - Che cosa abbiamo fatto di male in Abruzzo per meritarci tutto questo, il terremoto, il maltempo e ora anche l'elicottero? Perché dobbiamo pagare questo prezzo?». «Walter è stato fino a ieri sul teatro della valanga e solo in serata ha lasciato l'hotel perché oggi era in servizio al 118. E lì si è compiuto il suo destino - dice Adriano Favre del Soccorso alpino della Val d'Aosta, anch'egli tra i soccorritori di Rigopiano -. È una tragedia che colpisce tutto il Soccorso alpino e che ci segna profondamente. Il nostro primo pensiero va ai nostri uomini». Favre, considerato uno dei massimi esperti di valanghe in Italia, è andato oggi nella zona delle ricerche a verificare il rischio di nuove slavine, che resta sempre alto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero