Per cominciare, complimenti ai sondaggisti tedeschi. Nel voto di ieri in Germania (un passaggio amministrativo che ha coinvolto quasi diciassette milioni di tedeschi in tre...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La crescita del partito AfD guidato da Frauke Petry, ostile agli immigrati e all’Europa, parla chiaro: nel Baden-Württemberg ha raggiunto il 15%, nella Renania-Palatinato ha superato il 12%, mentre nella Sassonia-Anhalt (zona orientale della Germania) è stato votato da quasi un tedesco su quattro. Sempre più tedeschi temono che dietro il diritto d’asilo da concedere a chi fugge dalle guerre si nasconda un esodo migratorio che in prospettiva, se non regolato e frenato, potrebbe alterare gli equilibri sociali del Paese e metterne in crisi persino la forza economica. Ma la questione dell’immigrazione non va presa come argomento unico per spiegare la crescita dei populisti d’estrema destra. C’è probabilmente da considerare anche il fastidio degli elettori per formule come quella della “grande coalizione”. Che dovrebbe essere un fatto eccezionale e momentaneo: una risposta istituzionale ad una situazione di impasse politico-elettorale, adottata per garantire la governabilità.
Ma se diventa, come è capitato in Germania, una soluzione ricorrente e stabile ne risulta un effetto negativo duplice: da un lato i grandi partiti popolari finiscono per snaturare la loro identità e per somigliarsi sempre più sul piano dei programmi; dall’altro si alimenta chi denuncia la coabitazione tra destra e sinistra come una forma di spartizione del potere a danno dei cittadini. Il risultato complessivamente negativo della Spd rischia di rappresentare la fine delle ambizioni del suo leader Sigmar Gabriel per la corsa alla Cancelleria del 2017. Ma anche la Merkel ne esce oggettivamente indebolita in vista dello stesso appuntamento. Nel Baden-Württemberg, cuore produttivo della Germania e storico insediamento conservatore, la Cdu è il secondo partito per la prima volta nella sua storia.
Julia Klöckner, numero due dei cristiano-democratici, nella Renania-Palatinato non ce l’ha fatta contro Malu Dreyer, la governatrice uscente della Spd: erano date testa a testa ma quest’ultima è prevalsa con il 36% contro il 31%.
Il Messaggero