Il consigliere regionale campano di Fdi Luciano Passariello, candidato alla Camera alle prossime politiche, risulterebbe indagato - secondo quanto trapela - in un'inchiesta su...
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Le accuse. Corruzione aggravata dall'articolo 7 e finanziamento illecito dei partiti sono le ipotesi di reato formulate nel decreto di perquisizione eseguito oggi dallo Sco, il servizio centrale operativo della polizia. Secondo quanto trapelato, il presunto illecito consisterebbe in somme di denaro (non si sa se promesse o versate) in cambio di un appalto presso la Sma da un imprenditore ritenuto legato a un clan della camorra. L'inchiesta che avviene durante la campagna elettorale a Napoli coinvolge alcuni esponenti del centrodestra campano ma non solo: ci sarebbero anche nomi del centrosinistra. Sarebbero almeno 10 gli indagati nell'ambito di questa inchiesta coordinata dal procuratore Giovanni Melillo e dall’aggiunto Giuseppe Borrelli, e condotta dai pm Sergio Amato, Ivana Fulco, Celeste Carrano, Henry John Woodcock e Ilaria Sasso del Verme.
I giornalisti coinvolti. Nell'ambito dell'inchiesta sarebbero indagati anche giornalisti della testata online Fanpage. «Tutto questo è assurdo, abbiamo messo a repentaglio la nostra incolumità per questa inchiesta e ora ci ritroviamo indagati», si sfoga con l'Adnkronos Francesco Piccinini, direttore di Fanpage.it, coinvolto nell'indagine giudiziaria che ha fatto scattare le perquisizioni negli uffici di Luciano Passariello.
La nota della Procura. In merito alla vicenda, il procuratore Melillo ha comunicato che la Procura della Repubblica di Napoli sta procedendo al compimento di atti di perquisizione e sequestro finalizzati alla verifica di plurime e articolate acquisizioni informative e rivelatrici dell'esistenza di accordi corruttivi diretti al controllo illecito degli appalti pubblici nel delicato settore del trasporto e dello smaltimento rifiuti in Campania. le attività si sono rese necessarie dalla rilevata gravità del rischio di dispersione probatoria collegato alla annunciata diffusione di notizie e immagini in grado di pregiudicare gravemente le indagini sulle gravi ipotesi individuate.
La replica. «Questa mattina gli agenti dello Sco hanno effettuato una perquisizione nel mio ufficio in consiglio regionale, prelevando documentazioni relative ad un’inchiesta in atto della Procura di Napoli per fatti che sarebbero risalenti al mese di febbraio 2018 tuttora in corso - scrive Passariello in una nota - Non mi è stata contestata nessuna condotta diretta che si ipotizzi antigiuridica. Risulto coinvolto perché altre persone avrebbero fatto il mio nome. Tutto questo accade a soli 15 giorni dalle elezioni politiche che mi vedono impegnato in prima persona come candidato. Qualcuno può millantare credito ma essere nominato da altre persone in terze conversazioni è cosa ben differente dal commettere reati. Non ho mai incontrato nessuno degli imprenditori a cui fa riferimento la Procura. Sono tranquillo, anzi ho ribadito alle forze dell’ordine la totale disponibilità a collaborare ed a fornire loro tutto il materiale e le informazioni utili a fare piena luce su questa vicenda. L’auspicio è di essere ascoltato quanto prima dagli inquirenti. Invito gli organi di informazione a riportare i fatti così come sono evitando strumentalizzazioni politiche utili solo a gettare fango a pochi giorni dal voto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero