Sullo scandalo dei vitalizi regionali sono in arrivo, se tutto andrà bene, due grosse novità: un contributo di solidarietà cioè una tassa (come minimo del 5% ma probabilmente...
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Per eliminare queste sconcezze occorreranno leggi regionali ad hoc. Regione per Regione. Oggi - è bene ripeterlo - si stabiliranno linee guida collettive. Per evitare una babele all’italiana e - almeno si spera - per stabilire il varo di tutte le leggi entro il 31 dicembre 2014.
Tuttavia se oggi i Consigli Regionali dovessero trovare un accordo si tratterebbe di un bel segnale. Un segnale che renderebbe più credibile la politica regionale a pochi mesi dall’apertura delle urne in nove Regioni. E’ bene non farsi illusioni però. Intanto prima di festeggiare sarà bene attendere il varo effettivo delle leggi e poi - va ribadito - se alcuni vitalizi sono indegni sul piano morale è anche vero che il loro peso economico è minimo. Infatti sui 180 miliardi circa che le Regioni spendono ogni anno, i 3.200 vitalizi in essere assorbono 170 milioni pari a meno dello 0,1% delle uscite complessive.
Ma torniamo alle indiscrezioni sui possibili tagli. La proposta di un contributo di solidarietà sui vitalizi si ispira alla legge varata in Lombardia, Regione governata dal centro-destra, dove sono scattate ben quattro aliquote, crescenti al crescere del vitalizio. Sugli assegni lombardi i 5.000 euro mensili netti il prelievo è di oltre 800 euro anche se, per aggirare il rischio di incostituzionalità (i famosi ”diritti acquisiti”), la Lombardia ha varato un contributo ”provvisorio”.
Anche l’idea di alzare l’età dell’accesso al vitalizio si ispira alle leggi varate da altre Regioni, come Trentino e Friuli, governate dal centro-sinistra. In pratica si tratterebbe di (ri)stabilire l’ovvio: ovvero che i consiglieri regionali prendono la pensione come i deputati (a 65 anni con una legislatura o a 60 con più legislature) oppure come gli europarlamentari a 63 anni. Fuori dalla scure - sembra - resterebbero i vitalizi cumulati (Regione e Parlamento) che in alcuni casi superano gli 11 mila euro netti mensili. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero