Vitalizi, a rischio il voto sulla riforma previsto per la settimana prossima

Vitalizi, a rischio il voto sulla riforma previsto per la settimana prossima
Non è detto che la prossima settimana l'Aula della Camera possa esaminare la pdl sui  vitalizi, come inizialmente previsto dal calendario di Montecitorio. Il testo...

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Non è detto che la prossima settimana l'Aula della Camera possa esaminare la pdl sui  vitalizi, come inizialmente previsto dal calendario di Montecitorio. Il testo Richetti, che introduce retroattivamente il sistema contributivo per il calcolo dei vitalizi di ex deputati e senatori è infatti preceduto nell'ordine del giorno della prossima settimana da diversi provvedimenti tra cui il voto finale sul ddl Parchi e la istituzione della commissione di inchiesta sulle banche.


E a determinare un rallentamento ci si mette anche la commissione Bilancio di Montecitorio, che ha chiesto al ministero dell'Economia una relazione tecnica prima di emettere il proprio parere. Un parere che è necessario (come per tutti i provvedimenti che approdano in Aula) anche se l'esame del testo sia stato ultimato nella commissione di merito. Senza relazione tecnica di Via XX Settembre, la commissione presieduta da Francesco Boccia (Pd) non si pronuncerà: e quindi la pdl Richetti non potrà essere esaminata in Aula.

Durissima la reazione dei M5S. «Sui vitalizi continua l'indegna melina di Pd, del Governo e della maggioranza: la verità è che non vogliono rinunciare al privilegio», dicono i pentastellati, ricordando che l'abolizione dei vitalizi «doveva arrivare in Aula lo scorso fine maggio, risultato ottenuto grazie alla nostra insistenza, ed è poi stata fatta slittare a fine giugno, anche perché è stata data priorità al disegno di legge sull'Umbria Jazz». «Questo rimpallo continuo, volto solo a perdere tempo, è un vero e proprio schiaffo ai cittadini che hanno difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena, mentre la casta si appresta ad accaparrarsi, il 15 settembre, la pensione privilegiata», concludono i M5S. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero