Scoperta una centrale che smistava in tutto il mondo i 'Wine kit', uno dei simboli della contraffazione dell'alimentare 'made in Italy'. Un'associazione a...
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Il valore complessivo finora accertato della frode è di oltre 28 milioni di euro. I carabinieri del Nac, sotto il coordinamento del sostituto procuratore di Reggio Emilia Maria Rita Pantani e con il contributo del personale del'Area Antifrode della Direzione Interregionale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e del servizio Antifrode dell'Ufficio delle Dogane reggiano, sin dal 2012 hanno fatto partire una indagine che poi ha portato ad accertare responsabilità a carico dell'associazione per delinquere transnazionale, composta dalle quattro persone. Associazione che aveva come obiettivo la produzione e la commercializzazione in ambito internazionale di «Wine Kit» con in etichetta riferimenti a 24 vini italiani Dop e Igp tra i più noti, risultati contraffatti.
Vini con segni falsi sull'origine italiana, prodotti da una ditta estera per conto di una ditta che ha sede a Reggio Emilia e che ne curava in Italia tutti gli aspetti organizzativi e di commercializzazione all'estero. Le indagini sulle due società (italiana ed estera) ed i suoi proprietari ed amministratori italiani hanno consentito di ipotizzare - è stato spiegato - che siano responsabili della commercializzazione in tutto il mondo dei «Wine Kit», tramite la società estera controllata e costituita apposta per evitare le normative comunitarie e nazionali. L'organizzazione non solo forniva la materia prima (mosto concentrato), ma gestiva le operazioni di produzione nel suo complesso (fornendo tutto il necessario compreso le «ricette», le etichette ed i materiali per comporre i Wine Kit, nonchè valutando anche i costi di produzione e curando tutti gli aspetti «manageriali» relativi ai Wine Kit) e la commercializzazione all'estero.
L'indagine ipotizza l'associazione per delinquere di carattere transnazionale finalizzata alla frode in commercio, vendita di prodotti industriali con segni mendaci, contraffazione di indicazione geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agro alimentari. Contestato anche il reato di frode alle industrie nazionali. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero