Vesuvio in fiamme, famiglie evacuate, tensione. Fumo nero, denso, irrespirabile: una colonna immensa, tragica, colma di cenere che s'è posata sulla città di...
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L'incendio è doloso, esattamente come quelli che nell'ultima settimana si sono susseguiti senza sosta all'interno del Parco Nazionale del Vesuvio. L'hanno immediatamente appurato i carabinieri forestali che hanno individuato otto inneschi differenti, tutti partiti nello stesso momento, tutti in zone impervie, irraggiungibili. Stavolta, però, chi ha dato fuoco al Vesuvio ha deciso di fare le cose in grande, per rendere impossibile lo spegnimento. Chi ha agito conosce bene quella montagna, s'è inoltrato nei boschi e per rendere più difficile l'intervento dei vigili del fuoco, ha utilizzato animali, probabilmente gatti, povere vittime da sacrificare: cosparsi di benzina e dati alle fiamme, nelle loro disperata e inutile fuga hanno raggiunto la boscaglia più fitta dov'è impossibile intervenire con rapidità quando scoppia un incendio.
Il fuoco è partito all'alba, due diversi focolai che a metà giornata si sono uniti generando un fronte di fuoco lungo due chilometri, impossibile da tenere sotto controllo. Le fiamme inizialmente sono partite da una zona compresa fra Ottaviano e Terzigno, poi il vento le ha spostate trascinandole fino alla fascia litoranea, sempre più vicine alle zone abitate. Subito sono scattate le procedure di emergenza: bloccate tutte le vie di accesso al vulcano di Napoli, evacuati ristoranti e abitazioni nei comuni di Ercolano e di Torre del Greco, evacuate anche alcune abitazioni nel comune di Boscoreale.
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Il Messaggero