Ecco la traduzione della versione di latino di Seneca che i maturandi hanno dovuto affrontare per l'esame di maturità 2017, fatta dalla professoressa di Latino e Greco,...
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«La filosofia non è un artificio popolare né destinato all'ostentazione; non è nelle parole ma nelle cose. Non è usata per questo, perché il giorno sia speso in qualche distrazione, o perché il fastidio sia sottratto all'ozio: forma l'animo e lo forgia, dà un ordine alla vita, governa le azioni e rivela ciò che si deve fare e che si deve omettere, siede al timone e dirige la rotta attraverso la variabilità degli eventi mutevoli. Senza questa nessuno può vivere arditamente, nessuno in modo sicuro; in ogni momento accadono innumerevoli cose che esigono una risoluzione, che dev'essere richiesta a questa. Qualcuno dirà: "A cosa mi giova la filosofia se esiste il destino? A cosa giova, se c'è un Dio che governa? A cosa giova se il caso impera? Infatti né si possono modificare le cose certe né si può preparare alcunché contro quelle incerte, ma o un Dio si è impadronito del mio senno e ha deciso cosa dovessi fare, o la sorte non lascia nulla al mio arbitrio". Qualunque cosa esista tra queste, o Lucilio, o se esistono tutte queste è necessario fare filosofia; sia che i destini ci costringano con una legge inesorabile, sia che un Dio arbitro abbia disposto tutte le cose dell'universo, sia che il caso muova e agiti senza ordine gli eventi umani, la filosofia ci deve proteggere. Questa esorterà ad obbedire volentieri al Dio, ad affrontare con fierezza la sorte; questa insegnerà a seguire il Dio, a sopportare il caso».
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Il Messaggero