PARIGI Il trono di Luigi XVI, almeno quello, è vero. Ma le sedie di Maria Antonietta, quelle graziose e sbarazzine, le prime della storia col “medaglione”...
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CROCIATA
Hooreman parte in crociata. E scopre che nel castello di falso non ci sono soltanto gli sgabelli ma anche una serie di sedie Delanois, una poltrona Bergère, altre poltroncine. Il tutto acquistato tra il 2008 e il 2012 per quasi tre milioni di euro. Dopo mesi di tentennamenti della direzione, evidentemente imbarazzata per il clamoroso errore di giudizio dei suoi esperti, è partita un’inchiesta della procura affiancata dalla brigata antiriciclaggio. Gli inquirenti sono riusciti a risalire a un traffico di assegni e prestanome che faceva capo a Pallot, che adesso deve rispondere di falso in associazione per delinquere e riciclaggio aggravato. Nell’inchiesta compare anche l’ebanista Bruno D., considerato il migliore della sua generazione, a cui i Versailles ha tra l’altro commissionato il restauro del letto di Luigi XVI. Pallot ha confessato tutto. Secondo il suo avocato, non avrebbe agito per brama di denaro. «La sua è stata una sfida intellettuale», ha detto: voleva vedere se sarebbe riuscito a trarre in inganno i maggiori esperti del mondo e a confezionare falsi perfetti. Sfida vinta. Su internet è ancora possibile consultare un video in cui Pallot spiega come fare, con un colpo d’occhio, a capire se una sedia del 18esimo secolo è falsa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero