Roma Tartine e bocche cucite. Le elezioni alle porte, quasi minacciose, hanno finito per influenzare persino il ricevimento annuale tra Italia e Santa Sede dove,...
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«Cerco di essere uomo di dialogo. Con chiunque sarà al governo cercheremo di dialogare sulle cose in cui crediamo» riferiva sulla possibilità che dopo il voto del 4 marzo si apra una fase problematica senza che le urne abbiano indicato una chiara maggioranza. Quali sono i temi trattati? «E’ stato un colloquio sereno, franco, su tante tematiche che abbiamo in comune e quindi sui temi del giorno, su tutto quello che si scrive e si dice e di problemi anche più importanti in questo momento dell’Italia, delle famiglie, del lavoro e anche i temi internazionali che sono delicatissimi. E poi è tutto legato». Bassetti ha anche illustrato il progetto di un incontro con tutti i vescovi del mediterraneo, dei oltre trenta paesi: Cipro, Egitto, Libano, Algeria, Tunisia, Grecia, Albania, Spagna, Marocco. Il motivo del summit che è alla base resta legato alla questione migratoria. A chi gli chiedeva se fosse preoccupato per il clima generale, non ha esistato: «È tempo di ricucire, questo è il momento di fare segni concreti che siano nel senso della carità e della pace. La Chiesa ha il Vangelo, la carità, l’accoglienza e il comandamento di Gesù ’amatevi gli uni gli altri’, un comandamento che cerchiamo di diffondere dovunque e che si traduce in azioni, operato, politica, nei rapporti nazionali e internazionali. Per questo è importante che anche a livelli alti come questa sera ci confrontiamo concretamente».
A fare gli onori di casa è stato l’ambasciatore Pietro Sebastiani, nominato a settembre scorso alla testa della sede diplomatica italiana presso il Palazzo apostolico.
Il Messaggero