Pressing dei Palestinesi sul Vaticano per convocare una conferenza internazionale su Gerusalemme

Pressing dei Palestinesi sul Vaticano per convocare una conferenza internazionale su Gerusalemme
Città del Vaticano La proposta è stata fatta al Vaticano dai palestinesi e riguarda la richiesta di convocare al di là del Tevere una conferenza...

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Città del Vaticano La proposta è stata fatta al Vaticano dai palestinesi e riguarda la richiesta di convocare al di là del Tevere una conferenza internazionale per discutere del futuro status di Gerusalemme, e parlare della decisione degli Usa di spostare nella città santa la propria ambasciata, riconoscendola implicitamente come capitale di Israele. «Conviene che la Santa Sede convochi una Conferenza su Gerusalemme, chiamando i capi e i rappresentanti di tutte le Chiese e comunità di battezzati per ribadire che i cristiani non rinunceranno agli interessi che li legano per sempre alla Città dove Cristo è stato crocifisso ed è risorto». E' questo il progetto che Riyad al Maliki, Ministro degli Esteri palestinese, ha sottoposto all'attenzione del cardinale Pietro Parolin nell'incontro avuto giovedì 15 febbraio nel Palazzo Apostolico assieme all'arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i rapporti con gli Stati. A darne notizia è l'agenzia vaticana Fides.


«Negli incontri con il cardinale Parolin abbiamo focalizzato l'attenzione sulle conseguenze della decisione del Presidente Trump di assegnare Gerusalemme a Israele come capitale e riconoscere una connessione esclusiva tra Gerusalemme e l'ebraismo, mettendo da parte il legame della Città Santa con cristiani e musulmani e ignorando il fatto che Gerusalemme dovrebbe essere anche la capitale di Palestina». Secondo al Maliki, la mossa unilaterale degli USA sta minando la possibilità stessa di un esito positivo dei negoziati per porre fine al conflitto israelo-palestinese. A giudizio del rappresentante del governo palestinese, “Israele sta approfittando della decisione di Trump ogni giorno di più”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero